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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Mariani, Valerio: Due disegni del bronzino al Louvre
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0082

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DUE DISEGNI DEL BRONZINO AL LOUVRE

Tra i disegni di maestri fiorentini del Cinquecento, sono conservati al Louvre due studi
di grande importanza. Uno di questi (n. 1026) fu già notato dall’acuta indagine di F. M.
Clapp 1 e messo in relazione con gli affreschi eseguiti dal Pontormo nel coro di S. Lorenzo a
Firenze, perduti, come è noto, dietro una scialbatura dell’ottobre 1738, ma già allora in
rovina. L’altro (n. 1027), ch’io sappia, non è stato ancora studi ato e appare subito in stretta
relazione con il primo.
Il grande disegno (fig. 1) tracciato con precisione di contorni su di un foglio bianco
filigranato, riproduce un gruppo d’una ventina di nudi accavallati sopra un lembo di terra,


Fig. 1. — Bronzino : Studio per gli affreschi in S. Lorenzo. Parigi, Louvre (dis. 1026).
gettati alla riva come dopo un naufragio, dal mare in tempesta. La proporzione dei
corpi, il Imo atteggiamento complicato e l’aggrupparsi di questi cadaveri in lugubre
catena, ci richiama l’ultima fase della pittura del Pontormo nel periodo in cui, sotto l’im-
pressione suscitata sul suo spirito turbato dalla vista degli affreschi della Sistina, tentò di
rievocare, nelle pitture del coro di S. Lorenzo, l’eroico dramma del Buonarroti.
Evidentissima, infatti, la relazione tra questi « annegati » e i morti, accatastati da
Michelangelo sul lato sinistro del Giudizio. È tuttavia logico attribuire il disegno in que-
stione al Bronzino che terminò gli affreschi lasciati incompiuti dal vecchio maestro. Nè si
può pensare al Pontormo di fronte al notevolissimo studio, giacché non compare in questo
foglio il segno sinuoso e impaziente di Jacopo, del quale sono invece, per quest’opera, molti
disegni agli Uffizi, e, tra gli altri, uno, molto vicino, come composizione, al foglio del Louvre
ma lontanissimo da questo per la sua grande libertà disegnativa.
A rafforzare l’attribuzione, viene opportuno il secondo disegno, mirabile per forza
espressiva e semplicità di realizzazione (fig. 2). L’eroica figura nuda, giace prona, a terra,
come corpo di gigante vinto: la traccia sottile dei contorni e il lievissimo chiaroscuro
fanno risaltare ancor più vigorosamente l’aspetto statuario del bellissimo corpo.
L’artista ha qui affrontato in pieno le difficoltà di scorcio risolvendole con meravi-
gliosa franchezza. È questo lo studio per la figura sporgente con il capo e le spalle dall’am-

1 V. F. M. Clapp, Les Dessins de Pontormo etc., 2 Uffizi n. 6754. Pubblicato dal Clapp, op. cit.,
Paris, Champion, 1914, pag. 331. tav. Vili.
 
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