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Napoli nobilissima — 5.1896

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Croce, Benedetto: Il bassorilievo del sedile di porto
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68

NAPOLI NOBILISSIMA

IL
La leggenda di Cola Pesce conta, si può dire, un’in-
tera letteratura. « Da settecent’anni in qua — scrive al-
« trove lo stesso Pitré — non v’è secolo in cui non sia
« stata raccontata per filo e per segno, o cennata nei suoi
« tratti generali, o ricordata in un modo qualunque. Scien-
« ziati e letterati, teologi e filosofi, prosatori e poeti,
« l’hanno citata a ragioni diverse, chi per dimostrare co-
« me si possa vivere lungamente sott’acqua, chi per de-
« scrivere una particolare conformazione dei polmoni del-
« l’uomo, chi per istabilire un essere intermedio tra l’uomo
« ed il pesce: questi per dare un’idea della natura del
« fondo sottomarino o delle comunicazioni che esso ha
« nello stretto di Messina, o delle ricchezze che il mare
« possiede e nasconde; quegli per offrire un esempio dei
« capricci di un re curioso o della debolezza di un po-
« vero pescatore » C1).
Ma a questa letteratura poetica, storica e scientifica, che
presentava la leggenda come racconto di un fatto realmente
accaduto, è succeduta ai tempi nostri una serie di lavori,
che contengono la critica della leggenda. L’impulso a que-
sti è stato dato dagli illustratori della famosa ballata dello
Schiller, Der Taucher (il palombaro), che ha per fonda-
mento la tradizione di Cola Pesce, sebbene alterata con
elementi che le han conferito un nuovo carattere. La fonte
prossima della ballata dello Schiller non è stata ritrovata;
ma, certo, quella fonte doveva riattaccarsi in qualche modo,
diretto o indiretto, al racconto contenuto nel Mundus sub-
terraneus del Kircher. — Nel 1885 — curiosa coincidenza
— da varie parti, e per vie affatto indipendenti, compar-
vero parecchi lavori sull’argomento. Il D.r Hermann Ull-
rich, dopo un primo saggio datone nel programma di un
istituto di Dresda, pubblicava nell’/LrcZw fùr Litteraturges-
chichte uno studio: Die Tauchersage in ihrer litterarischen
und volksthumlichen EntwickelungCò. Contemporaneamente,
la rivista francese di folk-lore, la Mèlusine, iniziava una rac-
colta di materiale del canto popolare Le Plongeur, che ha
molta affinità colla ballata dello Schiller (3). Ed io qui sot-
toscritto stampavo un articolo, col titolo La leggenda di
Niccolò Pesce, raccolto in un fascicoletto di 16 pagine (Na-
poli, V. Pesole, 1885). L’articolo era assai povero, e te-
stimoniava della mia inesperienza giovanile. Ma pure non
fu del tutto inutile, perchè adduceva alcune versioni sfug-
gite allo Ullrich (Salimbene, fra Pipino), pubblicava la ver-

(1) Pitré, La storia di Cola Pesce, in Arch. per lo studio delle trad.
popol., Vili, p. 9.
(2) Voi. XIV, fase. I. L’estratto di pp. 36, Drucì^ von B. G. Teu-
bner in Leipzig.
(3) Melusine Révue de mythologie populaire, traditions et usages, par
Gaidoz et Rolland, voi. II, III, VI.

sione vivente napoletana, e richiamava l’attenzione sull’esi-
stenza di una storia popolare spagnuola dei primi del sei-
cente su Pece Nicolao; ed ebbe poi il merito indiretto di
spingere il Graf a fare una lunga recensione del mio scrit-
terello, ch’è, in realtà, uno studio originale sull’argomen-
to (’). D’altra parte, anche lo Ullrich, prendendo occasione
dal mio opuscolo, pubblicò alcune aggiunte alle sue ri-
cerche (2 3 4 5).
E qui apro una parentesi. Quell’opuscoletto di 16 pa-
gine è per me una vera persecuzione. Quantunque sostan-
zialmente sbagliato (o forse appunto per questo?), esso ha
mostrato una vitalità di cui non lo credevo capace. Alcuni
mesi dopo la pubblicazione, me lo vidi giungere, tradotto
in francese, sulla Mèlusine (3). Dopo qualche altro mese,
eccolo in tedesco nel supplemento della Vossische Zeitung! (4).
Passa ancora qualche altro mese, e un bravo tedesco di
Berlino, il signor Hertslet, mi spedisce una cartolina con
questo semplice ma ridicolo indirizzo:
Sig. Benedetto Croce
Autore della Leggenda di Niccolò Pesce
Napoli.
(qualche cosa di simile, come vedete, alla famosa lettera
del mandarino cinese: Medico Boerbave — Europa!) per
chiedermene una copia. Gliela mandai, e l’avvertii di ri-
correre a preferenza allo scritto del suo compaesano Ull-
rich, ch’era più completo ed esatto. Ma che? Lo Hertslet
ha stampato un libro: Preppenwitz der Weltgeschichte, di
cui si sono fatte quattro edizioni, e, in tutte e quattro, il
mio nome figura trionfalmente accanto a Niccolò Pesce! (5).
Qualche anno dopo, nel 1888, Costantino Nigra, nei suoi
Canti popolari del Piemonte, illustrando il canto « La pesca
« dell’anello », si riferiva al mio opuscolo per ciò che ri-
guarda la leggenda di Cola Pesce (6 7). Non vi pare che
io sia stato abbastanza punito? Chiudo la parentesi.
Ora il tema è capitato in buone mani, perchè prepara
su di esso un libro Giuseppe Pitré, dalla cui larga erudi-
zione e temperanza ed acume di giudizio è da aspettare
un lavoro definitivo. Del materiale raccolto, il Pitré ha
dato già un saggio in alcuni fascicoli dell’ Archivio per lo
studio delle tradizioni popolari (7).

(1) Nel Giornale storico della lett. ital., voi. VI.
(2) Nel Literaturblalt fùr germanische und romanische Philologie,
a. IX, fase. I, gennaio 1888.
(3) Tomo III, n. 2, 5 février 1886.
(4) Sonntags-Beilage zur Vossischen Zeitung, Berlino, 23 maggio 1886,
articolo firmato A. L. (Adolf Lampel).
(5) W. L. Herstslet, Treppenivitz der W eltgeschichte, 4.“ ediz., Ber-
lino, 1895, pp. 406-409.
(6) Torino, Loescher, 1888, p. 356.
(7) Nei volumi VII, Vili e IX, anni 1888-90.
 
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