Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima — 5.1896

DOI Artikel:
del Pezzo, Nicola: Siti Reali
DOI Artikel:
Faraglia, N. F.: I Dipinti a Fresco
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0183

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

167

lano, nella quale dimostrava come gli antichi romani aves-
sero ritrovati ingegnosi, specialmente per agevolare i parti,
e come alcune ultime scoperte fossero state note ai ro-
mani, e poi cadute in oblio. Dei 40 istrumenti, 15 ne
mostrò il Perret avuti in contrabbando, dei rimanenti fe’
vedere i disegni!
Così sorse il Museo di Portici. Nel 1822 la bella col-
lezione fu poi portata a Napoli al palazzo degli Studi in
mezzo a una gran folla di popolo, che, per istrada, guar-
dava la processione delle romane antichità emigranti;
mentre nelle vicinanze del palazzo medesimo da palchetti
appositamente eretti assistevano allo spettacolo i privile-
giati, fra’ quali re Ferdinando I e la sua corte.
continua.
Nicola del Pezzo.

I DIPINTI A FRESCO
DELL’ATRIO DEL PLATANO IN S. SEVERINO

IV.
Nell’ottava e nella nona istoria il pittore non è più
preoccupato del paesaggio, nè riproduce i fatti dell’eremo
silenzioso e le mistiche sentimentalità della vita contem-
plativa e penitente: gli uomini tornano ad agire più lar-
gamente. Nell’ottava è rappresentata un’ala d’atrio d’un
monastero; v’ha un ordine di pilastri tirato in prospettiva
di sfuggita con molta eccellenza d’arte, e mette capo ad
una porta di sfondo aperta, luminosa, onde chi guarda e
cammina vede muoversi a ventaglio. I pilastri sono decorati
di quegli ornati, dei quali pittori e scultori del secolo XV,
molto si dilettarono e poi più capricciosamente nel se-
colo XVI con uno sviluppo fantastico, ma grazioso ed
elegante di vaselli, fogliami e cose simiglianti intorno un
asse continuo da sotto in sopra. E se ne veggono ovun-
que la mirabile arte del rinascimento ha lasciato un segno:
voglio notare però la nascita di S. Giovanni Battista, che il
Ghirlandaio dipinse in Santa Maria Novella e le istorie di
Pio II nella biblioteca del duomo di Siena che presentano
di siffatte decorazioni. Del resto bisogna porre mente, che
tutte le fasce laterali, che inquadrano e dividono i dipinti
dell’atrio del Platano, sono ornate a questo modo.
Nel primo piano dell’ottavo fresco sono dipinte due
schiere di monaci, quelli, a sinistra di chi guarda, insoffe-
renti della rigida vita monastica hanno congiurato di le-
vare di mezzo il santo abate col veleno, e di essi uno si
fa innanzi per offrirgli il bicchiere del vino attossicato. Il
bicchiere si rompe al segno di croce del santo. I restauri
hanno guasto le figure e Parie dei volti con le impres-
sioni di dubbio, timore, meraviglia.

Nel nono fresco è l’istoria dei patrizi Anicio Equizio
e Tertullo, che presentano a S. Benedetto i figliuoli Pla-
cido e Mauro. Tornano a campeggiare in fondo le rupi,
i greppi e la città; innanzi sul piano sono poste ventidue
persone. Meno guasto del precedente, mostra in ogni parte
lo studio del mondo reale: i visi di molti personaggi, che
vi sono raffigurati furono certamente un tempo di gente


Affreschi dell’atrio di S. Severino.
Il miracolo del veleno.

viva; ed il pittore vi raffigurò se ed i compagni in un
canto, a sinistra di chi guarda, secondo la consuetudine
tanto invalsa tra umbri e toscani. Anche le teste dei ca-
valli e dei segugi son piene di vita. La disposizione del
gruppo delle persone e gli accessorii dei cavalli, cani, fal-
conieri, tutto un seguito di grandi signori del secolo XV,
e le vedute di campagne fanno sovvenire dell’adorazione
dei Magi di Francesco di Stefano nella Galleria degli Uf-
fizi in Firenze. Salvo le differenze nate da soggetti tanto
fra sè differenti, le due composizioni hanno fra loro una
grande relazione.
Proprio in questa storia, che è senza dubbio la più
bella per la varietà ed il realismo dei tipi umani, si scor-
gono ne’ visi dei santi giovinetti Placido e Mauro quei
difetti, i quali sono notati in generale dal Burckhardt. Gros-
solani, volgari, mal disegnati, senza espressione non deb-
bono reputarsi opera del maestro eccellente, il quale raffi-
 
Annotationen