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Napoli nobilissima — 5.1896

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Amalfi, Gaetano: Montevergine
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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0113

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apoli nobilissima

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Voi. V.

Fasc. VII.

SOMMARIO.

Montevergine. I. La festa. G. Amalfi.
La chiesa di S. Francesco di Paola e le statue equestri
di Carlo III e Ferdinando I. G. Ceci.
La piazza della Sellaria. I. Una giostra a Napoli ai
tempi d’Alfonso d’Aragona. Continuaz. G. de Montemayor.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.

MONTEVERGINE

i.
La Festa.
. onte vergine è ricordato, ai nostri giorni, special-
mente per la festa alla quale concorre, ogni anno, il po-
polo napoletano. E di questa festa mi sembra opportuno
discorrere, dopo aver dato qualche breve notizia storica
del luogo, riserbando ad altra occasione trattar dei mo-
numenti artistici, degni di nota, che ancora si vedono
nella chiesa.
Il santuario si eleva su di una montagna tagliata a picco,
al di sopra di Avellino, e dove, una volta, era il tempio
di Cibele (J). Fu detto monte di Cibele ed anche Virgi-
liano, perchè, secondo la tradizione, un ventennio prima
dell’era volgare, vi abitò Virgilio, per apprendere dalla
Dea il retto senso delle profezie delle Sibille (2 3); e vi ebbe
pure un giardino ricco di ogni specie di piante medici-
nali (3).

(1) Pionati, Ricerche sulla Istor. di Av., Nap., 1828-9. Cfr. Schulz,
Denfynaeler, etc., voi. II, pp. 335-40.
(2) Mastrullo, Montever. sacro, etc., Nap., Di Fusco, 1663. Ceva-
Grimaldi, Itinerario da Nap. a Lecce, Nap., Porcelli, 1821. De Cesare
(Gugl.), Cenno stor. della Badia di M., Napoli, Tip. Virgilio, 1851. Per
le Sibille v. Diz. Inf., II, 365-7; Bianco, Lessicomanzia, Nap., 1831,
pp. 588-9.
(3) Il Comparetti (Virg. nel med., Livor., Vigo, 1872, II, 49-55)
inclina ad ammettere l’esistenza di un podere di V. in questi pressi,
per essersene parlato, forse, prima di un secolo e mezzo dopo la sua

S. Guglielmo C1), nato in Vercelli nel 1085, fece edificare
il tempio, che, terminato, nella Pentecoste del 1124 (gior-
no in cui anche adesso si celebra la festa principale), fu
benedetto e dedicato alla Vergine. E lo consacrò negli ir
novembre 1182, Giovanni IV, abate di Montevergine. L’ef-
figie che attualmente si venera si attribuisce a S. Luca (2).
Invece, salvata dal furore degli Iconoclasti, si venerò prima
in Antiochia, e poi in Costantinopoli. Quando Balduino II,
ultimo Imperatore di Oriente, fuggì dalla sua metropoli,
portò seco la sola testa che dalla sua pronipote ed erede
Caterina di Valois e dal marito Filippo d’Angiò, nel 1310,
fu donata al santuario. Montano d’Arezzo dipinse il resto
della figura, e si assevera, che ne venisse pagato con una
bella selva fra Marigliano e Somma.

morte, e perchè le due leg. nap., quella de’ serpenti e delle facce di
pietra, che si riferiscono alla Porta Nolana provano la permanenza
del nome del poeta nella trad. pop. di queste contrade, anche per
quelle epoche in cui la storia e i documenti tacciono. Nel suo dotto
lavoro parmi aver data soverchia preponderanza alla trad. let. più che
a quella schiettamente pop., che, qui, veramente è scarsa e di luce
riflessa. Le varie testimonianze posteriori non hanno alcun valore sto-
rico. Senza parlare dell’epigone p. Giordano (Cron. di Mont., p. 85 e
sgg.), anche Gervasio di Tilbury (Olia imperialia, negli Scriptores brun-
svicensium rer., I, 881, la cui parte riguardante credenze pop. ripub.
dal Liebrecht, Annoveria, 1856. Cfr. Comparetti cit., II, 174), e la
Cron. di Partenope (id. Il, 233. V. sulla leg. virg. Diz. Inf., Il, 504-12)
riferiscono la pura trad.; e lo stesso giardino meraviglioso è tipo co-
mune nel medioevo. (Cfr. Anthologia lat., Meyer, ep. 376). E il rac-
conto riferito da Aulio Gellio (Not. At., Vili, 20), pietra fondamen-
tale della leg., cioè che V. cambiò la lezione: Nola fugo in ora fugo
{Georg., Il, 225), per non serbar memoria de’ Nolani, che gli avevano
negato il permesso di poter condurre l’acqua nella prossima sua cam-
pagna, è semplice facezia pop. (cfr. Pitré, Fiabe e leg., voi. unico, Pai.,
1888, N. 28, p. 145-6; mie Trad. ed usi sor., p. 79-80), introdotta co-
me uno de’ soliti arzigogoli per ispiegare la diversa lez. tanto più che
la seconda offre un suono, il quale più lusinga l’orecchio, senza gua-
stare la quantità; o invenzione di qualcuno per ficcarvi Nola. Chiarita
l’origine, è inutile insistere sul suo nessun valore. Nè basta riferir la
trad.; ma bisogna indagare come sia nata, essendo i due fatti dell’an-
data e del giardino intimamente connessi, e forse dai libri passati
nella tradizione. Ed avrà potuto derivare, chi sa! dalla denominazione,
confondendo virgineus con Virgilius, come si hanno tanti altri esempi.
(1) Regio (Paolo), Vita di S. G. Fortunato (Giustino), L’alta
valle dell’Ofanto, Roma, 1896, p. 29 e sgg.
(2) Cfr. Grimm (Guglielmo), Ueber die Suge von den Christusbilderv
(M. d. Beri. Acad., 1843), cap. VII, p. 51 e sgg.
 
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