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Napoli nobilissima — 5.1896

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Ceci, Giuseppe: La chiesa e la festa di piedigrotta
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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0129

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apoli nobilissima

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Voi. V.

Fasc. Vili.

SOMMARIO.

La chiesa e la festa di Piedigrotta. I. Piedigrotta. II. La
chiesa. B. Croce e G. Ceci.
La piazza della Sellaria. I. Una giostra a Napoli ai tempi
di Alfonso d’Aragona: fine. G. de Montemayor.
Documenti inediti intorno ad artisti napoletani del XVII
secolo. L. Salazar.
L’Ufficio Topografico di Napoli e il generale Ferdinando
Visconti. G. Ferrarelli.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
Da libri e periodici. Don Ferrante.
LA CHIESA E LA FESTA DI PIEDIGROTTA

I.
Piedigrotta (*).

a Salvatore di Giacomo.
Mio caro Di Giacomo,
Mi chiedete un articoletto storico su Piedigrotta: cosa
facile e difficile, secondo che s’intende. Facile, perchè gli
scritti finora pubblicati sulla chiesa e sulla festa sono nu-
merosissimi, e, in un’ora di tempo, si può imbastire con
essi un articolo storico. Difficile, perchè, non ostante questo
cumulo di carta stampata, tutti i punti principali della sto-
ria della chiesa e della festa restano oscuri; e a voler dire
qualche cosa di veramente nuovo e conclusivo, non solo
bisognerebbe istituire ricerche speciali, ma bisognerebbe
aver la fortuna d’imbattersi in documenti finora scono-
sciuti ed importanti. E la fortuna — voi lo sapete — non
sempre segue le chiamate della buona volontà.
Infatti, lasciando da parte i minuti aneddoti, quali sono
le prime domande che il curioso si propone quando ri-
volge la sua attenzione a Piedigrotta? Queste. Quando fu
edificata la chiesa? Qual’è l’origine della festa popolare?
E, in ispecie, intorno alla festa: quando cominciò l’uso

(*) Togliamo quest’articolo dal Corriere di Napoli dell’8 settem-
bre 1892.
(Nota della Redazione).

della parata militare che ne formava un tempo una delle
maggiori attrattive? E quando cominciò l’uso delle can-
zoni, che le conservano ancora una certa attrattiva e sono
il solo legame che unisca la festa del volgo all’interessa-
mento generale della cittadinanza napoletana?
Ora, le risposte che si possono fare a queste domande
sono tutte abbastanza incerte. E circa alla chiesa, da una
parte alcuni documenti mostrano l’esistenza di una chiesa
dedicata alla Vergine, in quel posto, fin dal 1207, e par-
lano, più tardi, di un ospizio annesso; dall’altra, una tra-
dizione, che non è certo priva di fondamento, ne pone
l’edificazione al 1353 in conseguenza di una delle solite
apparizioni della Vergine che avrebbe ordinato a tre suoi
devoti di scavare presso la grotta, e dove si trovava una
sua immagine, edificarle una chiesa. Abbiamo, da una parte,
una chiesa antica, sorta non si sa quando; dall’altra, una
riedificazione intorno alla metà del secolo XIV, della quale
si conserva solo un ricordo, pieno di favole, nella tradi-
zione. Le vicende posteriori sono note: Alfonso d’Arago-
na l’ebbe concessa da papa Niccolò V e la concedette a
sua volta ai canonici lateranensi: fu rifatta e restaurata ai
principii del secolo XVI da Don Vincenzo Galeota, ve-
scovo di Squillace, e ancora una volta, per cura di Fer-
dinando I, dal 1818 al 1822.
Circa alla festa, è vero che Francesco Petrarca intorno
alla metà del trecento parla del continuo concorso dei ma-
rinai a quella chiesa per essi devotissima; ma della festa
propria, le prime notizie son del tempo aragonese. Il cro-
nista Leostello, sotto l’anno 1487, dice che alla festa di
S. Maria della grotta « per la gran devotione tutta Napoli
« ce concorre quella nocte », cioè la notte dal 7 all’8
settembre. E, per lo stesso anno, il cronista Notar Giaco-
mo ci fa sapere come la Principessa di Bisignano, col pre-
testo di recarsi a Piedigrotta, riuscisse a fuggire da Napoli
coi suoi figliuoli. Ma da quanti secoli era cominciata la
festa colla partecipazione del popolo di tutta Napoli e dei
casali? E hanno ragione quelli che suppongono ch’essa si
fosse semplicemente sostituita a una festa pagana, della
quale parlerebbe Petronio? Non ho il tempo ora di an-
 
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