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Napoli nobilissima — 5.1896

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Blessich, Aldo: La pianta di napoli del duca di noia
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Colombo fu Gaetano, Antonio: La strada di toledo
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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0093

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

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lavoro napoletano eseguito secondo i nuovi metodi della
cartografia scientifica, che poi grande sviluppo prese in
Napoli per merito specialmente di Giovanni Antonio Rizzi
Zannoni fondatore della Regia Officina Geografica (1781)
della quale parlerò in un prossimo articolo.
Aldo Blessich.

LA STRADA DI TOLEDO
Vili.
Feste.
Le mascherate che per lo passato al tempo del carne-
vale comparvero per la strada di Toledo, furono invero
splendide e meravigliose; e di quei divertimenti, che for-
mavano la delizia dei napoletani, pel volgere di lunghi
anni se ne trovano, nelle carte del tempo, minute ed in-
teressanti notizie.
Scrisse un cronista che il 9 febbraio 1653 « uscì dalle
« Fosse del grano la seconda mascherata, quale fu assai
« più superba della prima ». Trenta persone « rammen-
« tando tutte gente da boschi, vestivano chi da pastori,
« chi da ninfe, chi da cacciatori et chi da sateri », e « por-
« tando tutti strumenti musicali nelle mani, cioè violini,
« chitarre, lire, cetre, tiorbe, tamburoni, fischetti, sam-
« pogne e cornetti accompagnavano con la melodia i balli,
« che per esserno da tanti intrecci mutati, recavano alle-
« grezza indicibile al popolo ». Al tempo stesso ammira-
vasi pure « un famoso carro trionfale... tirato da sei
« bizzarri destrieri, adornato tutto di fronde e fiori »; e
sul carro « circondato da gran quantità di cacciatori a
« cavallo et da pastori a piedi », vi erano « dieci musici
« vestiti da ninfe, che con leggiadri e vaghi strumenti ac-
« compagnavano le loro voci proferenti dolci canzoni, che
« alludevano alla Dea dei boschi..., la quale stava assisa
« sul più alto del carro ».
Soggiunse lo scrittore che « per vedere sì superba vista
« si commosse quasi tutta la città »; e la strada di To-
« ledo con il largo di Palazzo « erano sì ingombrati da

Riporto . . . due. 7,381.84
Si sodisfa l’incisore Aloya di tutte le incisioni fattevi ed al-
tro, fol. 101 a t. (die. 1775) due. 11.84.» n-^4
Si pagano due. 70 all’Architetto Bronzuoli a saldo di tutte
le fatiche da lui fatte, fol. 127 .......... » 50.00
due. 7,443.68
Non è pervenuta notizia esatta dei denari sborsati dal Duca di
Noja, ma credo che fra questi e quelli le spese per la formazione
della pianta topografica di Napoli del 1775 ascendano a circa dieci-
mila ducati.

« carrozze e gente, che fu mestieri per disgombrare sì
« densa folla vi fosse il Reggente della Vicaria D. Giov.
« de Burgos ». Ma nel martedì, 25 di quel mese, ultimo
di carnevale, la gente accorsa in quella via, anche dai
vicini casali, fu ancora maggiore, tanto che « non si sa-
« peva ove volger il passo per non inciampare in folla ».
Giacche per ordine dell’eletto del popolo furono fatti ma-
scherare « tutti i Suggici della città (0 con tutti gli Hor-
« tolani che ascesero al numero di tremila..., gran parte
« delli quali andava a cavallo di vetture e somari, vestiti
« con varie e ridicole vesti » (1 2 3 4 5 6 7).
Se negli anni che seguirono, dal 1654 al 1665 (3), si vi-
dero per la via di Toledo bellissime maschere, e « quelle
« strane pazzie carnevalesche » (4), per le quali tanto de-
liziavasi l’accorso popolo, pure queste sospese nel 1666
per l’avvenuta morte di Filippo IV d’Austria, furono ripi-
gliate nell’anno appresso « non solo con le solite alle-
« grezze et dimostrationi, ma rappresentate con le più
« belle macchine de’ carri che in sì giolivi trionfi veder
« si potessero » (5).
Splendide feste furono fatte nel carnevale del 1668 con
mascherate « d’Hortolani, verdummari, tavernari, e qua-
« dùglie di zappatori, sosamellari et cetrangolari », con
carro ornato « di verdeggianti lauri regij et ripieno ab-
« bondantemente di tutte le cose comestibili che nelle ce-
« trangolarie si veggono » (6).
« Festini carnevaleschi » s’ammirarono nel 1669 quando
nella domenica, 24 febbraio, nella strada di Toledo, oltre
a « mascherare di gente nobili e civili », comparve un grosso
carro formato dai « chianchieri, caprettari, et pizzicatoli »;
il quale tirato da quattro cavalli, e circondato « da una
« schiera di Pulicenelle », era ricolmo « d’ogni sorta di
« formaggi, salami, capretti, uccellami et anche porci et
« vitelle » (7). Eppure in mezzo a quei tripudii non man-
cavano le risse provocate dalle insolenze della plebe, che
negli ultimi tre giorni del carnevale dell’anno seguente

(1) Venditori di grascia e di pane. Confr. Capasso, La casa e la
famiglia di Masaniello, in strenna Giannini, 1893, p. 22.
(2) Rubino, Notizia di quanto è occorso in Napoli dall’anno 1648 per
tutto l’anno 1667, ms. presso la Società Napoletana di Storia patria,
tom. I, p. 84, 85, 93.
(3) Delle splendide mascherate fatte nell’anno 1656, è ricordo in
questa Rivista, anno II, p. 156.
(4) Rubino, ms. c., p. 124. Fuidoro, Brani editi nella Lega del
Bene, anno II, n. 6 e 7.
(5) Rubino, ms. c., tom. IV, p. 1.
(6) Ivi, tom. IV, p. 101-102.
(7) Ivi, pag. 198 e 205. Fra le mascherate fatte nel carnevale di
quell’anno, un cronista notò quella « di tutti li scopatori et altri strac-
« cioni. che sono a ventilare il grano nella Conservatione detta le
« Fosse del grano », assieme a « tutti li Fruttatoli, Tarallari, Vermi-
« cellari et alcuni pochi Gentiluomini a cavallo... vestiti alla Tedesca
« o Francese. senza inventione alcuna.». Fuidoro, Brandi editi
nella Lega del Bene, anno II, n. 7,
 
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