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Napoli nobilissima — 5.1896

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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0160

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i44

NAPOLI NOBILISSIMA

NOTIZIE ED OSSERVAZIONI
Notizie su Paolo de Matteis.
Chi scriverà la storia dell’arte a Napoli dal secolo XVI in poi,
per raccogliere le notizie necessarie, farà bene a spogliare le raccolte
di rime, specie quelle del secolo XVII, che sono assai ricche di com-
ponimenti che descrivono opere di pittura e scultura, o s’indirizzano ad
artisti. Indicherò via via qualcuno dei contributi che possono cavarsi
da tale sorta di libri. Interessante, ad esempio, per le opere di Paolo
de Matteis, è il volumetto che s’intitola: Ragionamenti del sig. Dome-
nico Andrea de Milo Napoletano cioè il primo Intorno all’arte della pit-
tura, il secondo Intorno agli affetti e al movimento di essi, il terzo Intorno
alle medaglie antiche con l’aggiunzione di alcune rime non più impresse.
Al molto illustre signore il signor Paolo de Matthaeis, In Napoli, 1721.
Tra le rime, si legge un sonetto Per la cupola del Gesù Nuovo di Na-
poli da lui dipinta, un altro Per la volta di S. Francesco Saverio da lui
dipinta, due sul ritratto che il De Matteis aveva fatto del De Milo,
un componimento Per la Galatea, dipintura dello stesso, ed uno, assai
lungo, in ottante: Per la Galeria dipinta dal signor Paolo de Matthaeis
in casa del signor Duca di Montelione toccandosi distintamente tutte le
figure in essa dipinte.
*
* *
Notizie d’artisti.
Seguitando a mostrare il partito che si può trarre dalle raccolte di
rime per notizie sulla storia dell’arte, apriamo il volume: Selva poe-
tica di D. Gioseppe D’Alessandro, Duca di Peschiolangiano, in Na-
poli, nella stamp. di Felice Mosca, 1713: un poeta fiorito sotto i vi-
ceré austriaci. Anzi, uno di questi viceré, il Conte di Daun, non sap-
piamo precisamente per quale suo fallo, lo fece mettere in carcere in
Castelnuovo, e a tale soggiorno si riferiscono parecchie rime. Pare
che, del carcere, il poeta si trovasse contentissimo:
Ove prevai guerriera disciplina
Suol regnar la quiete, e la creanza;
Vien repressa a buon segno l’arroganza,
E ’l timor frena ogn’alma aspra e ferina.
Lo strepito de’ plaustri, ed il fragore
D’indiscrete brigate non mai sento;
Cosa non ho, ch’il mio componimento
Interrompa con tedio, o con rumore.
Io però non ho fretta, e non affretto
L’uscita, anzi, qui starmene desio....
Beato lui! Ma il Conte di Daun lo liberò dopo un poco, e al Daun
è dedicato il volume. Ma veniamo agli artisti. A p. 192 si legge un
madrigale In lode del Signor Guglielmo Borremans Famoso Pittore Fia-
mengo, che era venuto a Napoli:
Napoli, e non t’avvedi
Che il Nume giunto è qui de la pittura?....
A p. 320 un sonetto Al famosissimo Pittore Signor Francesco Soli-mena
Per morte del suo signor Nipote. A p. 337, ce n’è un altro in lode di
Paolo de Mattel, impareggiabile Pittore. A p. 338, In lode del signor
Onofrio Bove Eccellente Pittore di fiori e frutta:
Ogni sua tela l’è un giardino eterno;
Dov’ha ’l frutto col fior perpetua vita,
Senza cultura, ò rustico governo.
Il Bove è ignoto al De Dominici. Il quale, invece, parla a lungo
dell’altro, e famoso, pittore di fiori e frutta, l’ab. Andrea Belvedere,
cui è diretto a p. 345 un sonetto del poeta:

Nel mentre dell’eccelso Belvedere
I tratti, e le virtudi io lodo, e canto,
Vedo in campo fiorito un vago incanto
Ne’ quadri suoi, che fanno un belvedere....
*
* *
Padre Rocco.
Ecco un documento che riguarda una delle varie opere promosse
dal famoso Padre Rocco. È tratto da uno dei fasci di carte della Se-
greteria di Casa Reale (Arch. di Stato), intitolati Affari diversi (fascio
num. 32). Reca la data dell’ottobre 1736.
« Le povere zitelle pericolanti ricoverate nel Ritiro del SS. Rosa-
rio a S. Lucia a Mare, si ritrovano presentemente in una somma an-
gustia e costernazione, perchè essendo state ivi ricoverate dalla ca-
rità del P. Gregorio Rocco di S. Spirito di Palazzo, e venendo ali-
mentate colle elemosine, che dal medesimo se li procurano, hanno
preinteso che d.° Padre sia stato destinato all’impiego di maestro dei
novizii nel convento della Sanità. Onde esse povere zitelle rimangono
senza guida e senza chi gli procuri l’elemosine. Supplicano perciò
umilmente S. E. a far sentire al P. Vicario Generale della Sanità, che
sarebbe del gusto di S. E., che d.° Padre Rocco continui a stare di
stanza in S. Spirito, affinchè queste povere Zitelle non abbiano a ri-
tornare ad esponersi ad occidenti (si) pericoli dell’onestà uscendo di
d° Ritiro ».
Don Fastidio.

DA LIBRI E PERIODICI
Arte e Storia (Firenze, 1896).
XV, 13. Diego Corso, Il Castello di Nficotera. Fu costruito nel
1763, sulle rovine dell’antico castello svevo-angioino, dal Conte di Si-
nopoli don Fulcone Antonio Ruffo. È un sontuoso edilìzio, di cui fu
architetto Ermenegildo Sintes.
14. Cosimo de Giorgi, La chiesa di S. Nicola di Lecce. Dà un cenno
di quest’importante monumento, elevato nel 1180 da Tancredi conte
di Lecce, accresciuto di nuove costruzioni sul cadere del Quattrocento,
e deturpato nel secolo scorso con rimaneggiamenti e con ornati e
sculture barocche. Da alcune di queste aggiunzioni la bella chiesa si
sta ora liberando nel restauro che si esegue sotto la direzione arti-
stica del prof. De Giorgi, il quale con ottimo consiglio ne rende mi-
nuto conto in questa lettera aperta al Direttore dell’Eric e Storia.
Vittorio di Cicco, Stigliano (Basilicata). Archeologia sacra. Si parla
dei ruderi di un antico convento dei Minori osservanti posto fuori le
mura di Stigliano. Si descrive poi la chiesa ed il convento dei Rifor-
mati sorgenti sulla china del monte Serra in prossimità dell’abitato,
dove è tra le altre memorie una curiosa iscrizione del tempo della
peste (1656). Si trascrivono infine alcune iscrizioni sepolcrali della
chiesa madre, di recente costruzione.
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* *
Nel Pungolo Parlamentare del 18 luglio il nostro redattore Ludo-
vico de la ville ha parlato del Primo risanamento di Napoli, di quello
cioè iniziato, per ordine del viceré Don Pietro di Toledo, nel 1533
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* *
Gli affreschi che Paolo Vetri sta compiendo nella sala Lucchesi
Palio alla Biblioteca Nazionale sono stati descritti in articolo del no-
stro Salvatore di Giacomo, pubblicato nel numero 7 della Tribuna
Illustrata (luglio 1896).
Don Ferrante.
 
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