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Napoli nobilissima — 5.1896

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Blessich, Aldo: L'abate galiani geografo
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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0162

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146

NAPOLI NOBILISSIMA

vederlo il piccolo abate in uno di quei brillanti salotti
intrattenersi con D’Alembert, Lacondamine, Delisle ed
altri sui progressi dell’opera Cassiniana ch’egli avrebbe
desiderata anche per il regno di Napoli, ove ancora erano
in uso' degeneri compilazioni librarie (D.
Non bisogna però dimenticare che, allorquando col
nuovo regno di Carlo III sorse una coscienza nazionale
indipendente, si manifestò quasi subito ne’ dotti un disgu-
sto per quelle produzioni e contemporaneamente una cor-
rente che volea migliorarle secondo i progressi raggiunti
dagli altri popoli civili. È già nota ai nostri lettori l’opera
di Giovanni Carafa (* 1 2 3); la quale, troppo circoscritta e limi-
tata, dovea sembrare insufficiente al Galiani, che, ripeto,
ideava un Cassini a Napoli dirigente i lavori per una geo-
metrica rilevazione di tutto il Regno.
Desiderare ciò dalla lontana Parigi era utopia: il Re,
Bernardo Tanucci e i suoi colleghi, l’avrebbero combattuto
dicendo non volere sperperare l’erario a favore d’un’opera
che nemmeno la Spagna avea iniziata. Fu mestieri quindi
limitare la nobile ispirazione cassiniana ad un lavoro che
in un giorno più o meno prossimo facesse sentire il bi-
sogno di attuare ciò che allora sembrava utopia; cioè in
poche parole: sull’immenso materiale cartografico esistente
nella grande metropoli europea formulare una esatta ed
elegante carta delle dodici provincie napoletane, che pre-
sentasse il solo difetto di dover essere controllata e mi-
gliorata sopra luogo.
Questa grande e per le sue conseguenze importantissima
compilazione cartografica Ferdinando Galiani durante il suo

(1) Di queste parlerò lungamente in una prossima nota sugli Edi-
tori-cartografi napoletani; per ora è sufficiente sapere che a’ tempi del
Galiani erano in gran voga le tre seguenti opere:
1. Accuratissima | e | Nuova | Delineazione | Del Regno di Napoli | Con
le sue provincie | Distinte | Nuovamente date in luce | Da Antonio Bu
lifon | .... | In Napoli, l’anno' M.DC.XCII.
(Lavoro compilato su quelli del Magini, Cantelli, ecc.; contiene 21
carte incise su rame. Nel 1734 ne fu ripubblicata una 2." edizione,
nel 1792 una 3.“).
2. Il Regno di Napoli | in prospettiva | Diviso in dodeci provincie | . . . |
Opera postuma divisa in tre parti | dell’Abate Gio. Battista Pacichelli |
In Napoli. Nella stamperia di Dom. Ant. Barrino 1703 | con licenza
de’ Superiori e privilegio. — 3 voi. in-4.0
(È una descrizione geografica del Regno adornata di carte pro-
spettiche e geografiche, le quali ultime sono interamente simili a quelle
del Bulifon e perfino l’incisore è lo stesso D. F. Cassianus de Silva f.
Io. opino siano gli stessi rami).
3. Atlante Partenopeo \ onero \ Raccolte di tavole geografiche degli autori
più classici et accurati | corrette et annotate secondo le relazioni più mo-
derne in Napoli | Da Paolo Petrini con privilegio del Re.
(Pubblicazione rarissima (Biblioteca Naz. di Napoli, XLV, H, 15)
cominciata nel 1700 e terminata sul finire della prima metà. Contiene
60 tavole geografiche di tutto il mondo, tra le quali molte riguardano
l’Italia e 5 le nostre provincie; in parte riprod. corretta di quelle del
Magini e Cantelli).
(2) Vedi A. Blessich, La carta top. di Napoli di G. Carafa, in
questa Riv., IV, pp. 183-85; id., La pianta di Napoli del DucadiNoja
{Storia della pianta), quivi, V, pp. 74-77.

breve soggiorno a Parigi fece eseguire dall’allora giovane
ma assai noto geografo italiano: Giovanni Antonio Rizzi-
Zannoni (0, che viene indicato come il solo ed unico au-
tore della carta.
Nel 1762 confidenzialmente informava Bernardo Ta-
nucci dell’opera iniziata. Parlando de’ tesori cartografici
esistenti nel Deposito della Marina, gli diceva di aver

(1) M. Rizzi-Zannoni.... est le premier géographe de l’Europe... il a
fait la carte superbe du royaume de Naples sous ma dictee. Così F. Ga-
liani ricorda il suo illustre collaboratore (in una lettera da Napoli a
M.e Belsunce de’ 4 ottobre 1777), che possiamo dire fu grande dav-
vero senza punto esagerare. Il barone Fr. von Zach (in Monadiche
correspondenz... B. I., Gotha 1800, p. 69) lo ritiene nato a Venezia nel
1738, il Dalla Vedova invece {Biogr. degli Scrittori Padovani. Padova
1836, voi. 20, p. 443-4) a Padova nel 1730 e non nel 1721 (15 aprile),
come potrebbesi arguire da una notizia gentilmente inviatami dal So-
vraintendente dell’Archivio di Stato di Venezia. Ad ogni modo più di
vent’anni doveva avere quando a compilare la carta dell’Oldemburgo
« peragravit anno 1757... regiones illas omnes » e già qualificavasi Dns.
I. A. Rizzi-Zannoni Patavinus Math. et Cosmograph. proph. extraord.
Da una « Lettera di un Padovano al celebre sig.r Ab. Denina accademico
di Berlino (Padova 1796, p. 109) », si rileva che, trovandosi il Zan-
noni nell’armata Prussiana, senz’alcun dubbio in sull'inizio della guerra
dei sette anni, fu fatto prigioniero dai Francesi e condotto a Parigi,
ove Delisle gli impartì i nuovi metodi della cartografia scientifica.
L’illustre geografo francese L. Drapeyron, profondo conoscitore della
storia della geografia moderna, in una lunghissima ed interessantissi-
ma lettera sul Zannoni, gentilmente m’informava che il mio conna-
zionale giunse ivi nel 1755, il che indeterminatamente può concordare
con la notizia del Padovano. Egli non a torto in quella stessa let-
tera mi soggiungeva di essere stato « frappe fort d’abord de la grande
place qu’il a occupé en France dans le XVIII Siècle », ed importan-
tissimi sono i suoi primi lavori pubblicati nella nuova dimora: i.° Atlas
historique de la France chez Demos. Paris 1757 in-4.0, 2-° Alias géogra-
phique. Paris chez Lattré, 1762 in-16.0; 3.0 Projection Gèo-spherique, ou
pian trigonographique de la France. Paris 1763; 4.0 Carte de l’Empire
de Charlemagne. Paris 1764; 5.0 Dissertation sur le difjerenf point de
Gèographie ecc. Padoue chez Ms. Rexa 1765, ecc. ecc.; ed infine
una centuria quasi di pregevoli carte riguardanti regioni europee ed
extraeuropee. Quando insomma conobbe il solerte abate napoletano
era già un cartografo di fama; contemporaneamente alla carta della
Sicilia prima pubblicò altri lavori. Egli più che in altro luogo fu co-
nosciuto ed onorato in Francia, ove servì quel governo come primario
ingegnere geografo della marina {Nuovo Atl. geogr. univ., ecc., Roma,
1792-1801, voi. I, p. 20) e garde du dépót de la marine (F. Galiani in
lett. sopra citata), e tanta era la fiducia riposta in lui che spesso fu
incaricato di compiere delicatissime missioni: così p. es. quando- si do-
vettero fissare nel Canadà i controversi confini fra i possedimenti in-
glesi e francesi, egli italiano ne fu da Luigi XV incaricato. Nel 1773
iniziò i lavori per la carta topografica del Padovano di cui fu termi-
nata la sola triangolazione fondamentale, essendosi la pubblicazione
arrestata al quarto foglio. Quando nel 1781 la corte Borbonica lo
chiamò a Napoli per ridurre ad effetto l’opera di correggere e migliorare
la carta di quel regno, egli era come Accademico Pensionarlo agli sti-
pendi della Serenissima Repubblica Veneta, che prima gli accordò solo
un permesso di sei mesi poi altri biennali; ma fatto sta che rimase
a Napoli sino alla morte (maggio 1814) come Geografo regio e Diret-
tore della R. Officina geografica o Burò topografico della guerra (nel
Decennio).
Visitò quasi tutta l’Europa e parte dell’America. Fu geografo in-
signe, e « sopratutto — come dice il Marinelli {Venezia nella storia
della geografia cartogr. ed esploratrice in « Atti del R. Istituto Veneto »,
 
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