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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 5.1896

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Croce, Benedetto: Annibale Caccavello: scultore Napoletano del secolo XVI : (secondo una recente pubblicazione)
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182

NAPOLI NOBILISSIMA

bardia a Genova, donde s’imbarcarono sulle galee del Bo-
ria per Napoli. Una metà di queste forze, insieme col loro
colonnello il Duca mandò a Marcantonio Colonna, e pre-
sero parte a parecchi combattimenti insieme con gli altri
tedeschi comandati dal Barone di Feltz. A Genazzano (il
Jenetzan dell’ iscrizione tedesca), sul finire della guerra,
era posto il quartier generale del Duca d’Alba; il quale,
di là, si recava a Cavi, a parlar col Cardinal Carafa, che
usciva di Palestrina, per le trattative di pace. Nello stesso
libro dell’Andrea, si legge che, mentre si fermava la pace,
« essendosi ammalato dell’ultimo male il colonnello Hans
Vualter », il Duca affidò il comando dei fanti tedeschi al
conte Alberico di Lodron. -— Ciò serva ad illustrazione
dell’iscrizione.
Forse tra gli ufficiali delle schiere dell’ Hirnhaim era il
suo nipote Errico di Pappenheim che curò di erigergli il
monumento. Anche questo nome risveglia dei ricordi sto-
rici. Il Pappenheim scritto a piede del monumento della
chiesa di S. Giacomo, fu l’avolo del conte Errico di Pap-
penheim, uno dei generali di Wallenstein nella guerra dei
Trent’anni, e il capo del famoso reggimento di corazzieri
detti appunto i Pappenheimer? che morì poi ucciso nella
battaglia di Liitzen del 1632, nella quale morì anche Gu-
stavo Adolfo? I lettori del Wallenstein di Schiller ricor-
deranno che — secondo il poeta — di quel reggimento
fu, sul campo di battaglia di Liitzen, proclamato capo il
suo immaginario e sentimentale giovane eroe, Max Pic-
colomini U).
Ma non divaghiamo!
Le altre tombe sono di uomini d’arme e di toga, co-
me Alfonso Basurto o Scipione di Somma, il Pisanello o
Lope de Herrera. Storicamente o letterariamente degna di
memoria ci appare anche la tomba di Porzia Capece, mo-
glie del poeta Bernardino Rota, che i nostri antichi ma-
nuali di storia letteraria vantavano come inventore — oh
magra lode! — delle egloghe pescatorie in toscano, e che,
a ogni modo, fu uno dei buoni verseggiatori napoletani
del cinquecento. È noto che il Rota bagnò di fiumi di
lagrime — lagrime latinoloquenti e toscoloquenti — la
tomba della moglie. Vi offro del latino:

(1) Wallenstein’s Lager, scena XI. La Vivandiera:
’s ist ein Wallon! Respect von demi
Von des Pappenheims Kiirassieren!
Primo Dragone:
Der Piccolomini, der junge, thut sie jetz fiihren.
Den haben sie sich auf eigner Macht
Zum Oberst gesetzt in der Liitzener Schlacht,
Als der Pappenheim umgekommen.
Vedi poi nel Wallenstein’s Tod le scene XIV e segg. dell’a. Ili, e
a. IV, se. X.

Uxor, mi lacrymae semper, lacrymosa voluptas,
Omnia sunt lacrymae sine te, sunt omnia fletus,
Singola mi squalent sine te, mihi singula sordent,
Dulcia felle madent, vilescunt omnia cara,
Gaudia dant lacrymas, lacrimas mihi quaeque ministrant,
Tu lacrymosa dies, tu nox lacrymosa dolenti....
Così, nel carme intitolato Portia. E se volete un epi-
gramma, conjugis tumulus:
Voce lege haec tacita, non est non mortua, dormii
Portia, crede, nefas hanc obiisse foret.
E come riscontro: sui ipsius tumulus:
Cur tumulus manat lacrymis? cur aestuat igni?
Ipse vel in tumulo luget, et ardet amans (1).
Passando a guado questo bulicame di laghime, ed en-
trando per la porta piccola di S. Domenico, si può ve-
dere il monumento di Porzia, di cui finora era restato
ignoto lo scultore. Non lo descriviamo, e perchè è stato
già descritto egregiamente dal Volpicella ed ora dal Fi-
langieri di Candida, e perchè ne offriamo ai lettori una
riproduzione fotografica. Riferiamo soltanto una delle iscri-
zioni, quella eh’ è sul medaglione di Porzia Capece:
PORTIA. CAPICIA.
VIVA. GAUDIUM. MORTUA. MARITI. GEMITUS. HIC. SITA. EST.
BERARDINUS. ROTA.
THESAURUM. SUUM. CONDIDIT.
FECIT. NOLENS. FECIT. NEC. MORI. POTUIT.
RAPTA. EST. E. SINU. CHARITUM. M.D.LVIIII.
Sopra quello del marito, si legge, fra l’altro, che egli si
è fatto ritrarre a quel posto: ut quando aliter nequit mar-
morea coniugi fruì liceat.
III.
Ma il lettore, che vada a rivedere le opere del Cacca-
vello sulla guida del Filangieri di Candida, o che guardi
anche le poche e non sempre felici riproduzioni fotogra-
fiche che accompagnano quest’articolo (1 2), — quale impres-
sione riceve della personalità e del valore artistico dello
scultore napoletano ?
A dire il vero, l’impressione non è nè grandiosa nè
gradevole. Le sue tombe e i suoi altari hanno qualche

(1) Vedi Bbrardini Rota.... Carmina mine tantum ab ipso edita,
Neap., apud Josephum Cacchium, MDLXXII, ff. 63, 71-2. Sul Rota e
le sue poesie per Porzia Capece vedi un ottimo articolo del d.r Giov.
Rosalba, Un poeta coniugale del secolo XVI, in Giorn. stor. letter. ital.,
voi. XXVI, 92-113. Il Rosalba prova che le poesie in vita di Porzia
Capece, scritte già dapprima per amori immaginarli e per semplice
esercizio letterario, furono poscia riunite e adattate all’amore della
moglie, per ragioni di parallelismo col canzoniere petrarchesco.
(2) Parecchi di tali monumenti, per es. la tomba del Lautrec, del
Basurto, dell’Hirnhaim, sono in assai cattiva luce.
 
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