II
PREFAZIONE.
gionamento. — XI. Siffatta contesa ritorna in campo verso la metà del cin-
quecento. Benedetto Varchi è invitato a trattare tal questione filosofica-
mente. —XII. Esame dei pareri avuti da' più celebri artisti del tempo suo:
Giorgio Vasari , Agnolo Bronzino, Iacopo da Puntormo, il Tasso legnaiolo,
Francesco da San Gallo, il Tribolo, Benvenuto Cellini. — XIII. In quante
parti divide il Varchi il suo ragionamento. Disputa prima: qual sia più de-
gna di tutte le Arti. Disputa seconda: qual sia più nobile o la Pittura o la.
Scultura. Diputa terza: in quali cose siano o somiglianti o dissomiglianti
i poeti e i pittori. Bel paragone tra Dante e Michelangiolo. — XIV. Il Var-
chi manda la sua Lezione al Buonarroti, per intendere il suo parere.
Egli era stato interrogato un'altra volta dal Vasari su questa disputa.
Giudizio e sentenza pronunciata dalla sapienza di Michelangiolo. Perché
essa tolga di mezzo ogni questione. Cotal disputa, se fu vana, non fu senza
cagione posta in campo. La sentenza del Buonarroti non valse a rattenere
la rovina dell' Arte. — XV. Frammento del Cellini sui principj e sul modo
d' imparare il disegno: importanza di tale scritto. — XVI. Ricordi del Cel-
lini intorno a cose d' Arte. — XVII. Lettere e Suppliche del Cellini; e re-
gesto così delle edite come delle inedite. —XVIII. Sue poesie.—XIX. Versi
di vari in lode del Perseo. — XX. Spoglio delle voci appartenenti'alTArte,
cavate dai Trattati e dagli altri suoi scritti.—XXL Alberetto genealo-
gico de' Cellini. — XXII. Ai nostri orafi odierni.
I. Ristampando il Trattato dell' Oreficeria di Ben-
venuto Cellini, nulla sarebbe stato più dicevole quanto
il porvi innanzi un saggio istorico di questa arte
ingegnosissima, non meno che ricca e gentile. Ed io
aveva in animo di ciò fare: ma sebbene non volessi
toccare se non dell' oreficeria fiorentina, nè andar oltre
i tempi del Cellini; tuttavia, mi accorsi tanta essere
la copia de' materiali che le indagini promettevano, da
non consentire non che un saggio, nemmeno un cenno
sopra tale subietto. Imperciocché, senza dire il molto
tempo che sarebbesi richiesto a raccogliere i materiali,
in un campo intatto come è questo, e abbondantissimo;
il solo esame e studio della costituzione e delle varie
leggi con le quali la Compagnia degli Orafi si reggeva;
il render conto dei diversi tesori d' oreficeria che furono
e che sono in Firenze; il compilare, in fine, il catalogo
per tempi degli orafi fiorentini; tutte queste cose, ne-
PREFAZIONE.
gionamento. — XI. Siffatta contesa ritorna in campo verso la metà del cin-
quecento. Benedetto Varchi è invitato a trattare tal questione filosofica-
mente. —XII. Esame dei pareri avuti da' più celebri artisti del tempo suo:
Giorgio Vasari , Agnolo Bronzino, Iacopo da Puntormo, il Tasso legnaiolo,
Francesco da San Gallo, il Tribolo, Benvenuto Cellini. — XIII. In quante
parti divide il Varchi il suo ragionamento. Disputa prima: qual sia più de-
gna di tutte le Arti. Disputa seconda: qual sia più nobile o la Pittura o la.
Scultura. Diputa terza: in quali cose siano o somiglianti o dissomiglianti
i poeti e i pittori. Bel paragone tra Dante e Michelangiolo. — XIV. Il Var-
chi manda la sua Lezione al Buonarroti, per intendere il suo parere.
Egli era stato interrogato un'altra volta dal Vasari su questa disputa.
Giudizio e sentenza pronunciata dalla sapienza di Michelangiolo. Perché
essa tolga di mezzo ogni questione. Cotal disputa, se fu vana, non fu senza
cagione posta in campo. La sentenza del Buonarroti non valse a rattenere
la rovina dell' Arte. — XV. Frammento del Cellini sui principj e sul modo
d' imparare il disegno: importanza di tale scritto. — XVI. Ricordi del Cel-
lini intorno a cose d' Arte. — XVII. Lettere e Suppliche del Cellini; e re-
gesto così delle edite come delle inedite. —XVIII. Sue poesie.—XIX. Versi
di vari in lode del Perseo. — XX. Spoglio delle voci appartenenti'alTArte,
cavate dai Trattati e dagli altri suoi scritti.—XXL Alberetto genealo-
gico de' Cellini. — XXII. Ai nostri orafi odierni.
I. Ristampando il Trattato dell' Oreficeria di Ben-
venuto Cellini, nulla sarebbe stato più dicevole quanto
il porvi innanzi un saggio istorico di questa arte
ingegnosissima, non meno che ricca e gentile. Ed io
aveva in animo di ciò fare: ma sebbene non volessi
toccare se non dell' oreficeria fiorentina, nè andar oltre
i tempi del Cellini; tuttavia, mi accorsi tanta essere
la copia de' materiali che le indagini promettevano, da
non consentire non che un saggio, nemmeno un cenno
sopra tale subietto. Imperciocché, senza dire il molto
tempo che sarebbesi richiesto a raccogliere i materiali,
in un campo intatto come è questo, e abbondantissimo;
il solo esame e studio della costituzione e delle varie
leggi con le quali la Compagnia degli Orafi si reggeva;
il render conto dei diversi tesori d' oreficeria che furono
e che sono in Firenze; il compilare, in fine, il catalogo
per tempi degli orafi fiorentini; tutte queste cose, ne-