CAPITOLO IX.
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Gaio si sottomisse tanto, che egli mi chiese perdonanza. Di
poi tutti a tre insieme, da per loro, dissono: « Questo
diamante fu pagato dodici mila scudi, et ora veramente
che vale venti mila scudi;» e benedettomi le mani, pia-
cevolmente da me tutti a tre si partirne amicissimi.
X.
COME SI FA LO SPECCHIETTO CHE SI DÀ A' DIAMANTI.
Per non lasciare indietro il dire tutto quel poco che
io ho imparato, ora noi ragioneremo del modo che si dà
quello che si domanda specchietto ai diamanti. Questo
specchietto si mette sotto a quei diamanti i quali sono
tanto sottili che eglino non possono resistere alla tinta,
perchè e' diventerebbono neri. E quando e' gli occorre
che la non sia in loro tanta smisurata la sottigliezza, e
che sieno buoni di acqua, ancora si usa tignere loro un
padiglione solamente, ultra allo specchietto che 1' uno e
1' altro fanno insieme mirabilmente. Questo specchietto
si fa in questo modo. Piglisi un poco di vetro cristal-
lino, nettissimo, cioè che non abbi sonagli nè vesciche;
e questo si tagli quadro, della grandezza che egli entri
in nel castone dove si dee mettere il diamante, et il ca-
stone detto si debbo tignere con la sopradetta tinta di
diamante nera. E bisogna aver cura di mettere il detto
specchietto, cioè vetro tinto da una banda sola, in nel
fondo del detto castone, tanto basso che gli stia discosto
dal diamante; perchè se egli lo toccassi, e' non risponde-
rebbe bene: et in questo modo tutti e diamanti sottilis-
simi si acconciano, e mostrano bene.
E berilli, e topazi bianchi, e zaffiri bianchi, le ama-
tiste bianche, et i citrini, tutte le dette pietre s' accon-
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Gaio si sottomisse tanto, che egli mi chiese perdonanza. Di
poi tutti a tre insieme, da per loro, dissono: « Questo
diamante fu pagato dodici mila scudi, et ora veramente
che vale venti mila scudi;» e benedettomi le mani, pia-
cevolmente da me tutti a tre si partirne amicissimi.
X.
COME SI FA LO SPECCHIETTO CHE SI DÀ A' DIAMANTI.
Per non lasciare indietro il dire tutto quel poco che
io ho imparato, ora noi ragioneremo del modo che si dà
quello che si domanda specchietto ai diamanti. Questo
specchietto si mette sotto a quei diamanti i quali sono
tanto sottili che eglino non possono resistere alla tinta,
perchè e' diventerebbono neri. E quando e' gli occorre
che la non sia in loro tanta smisurata la sottigliezza, e
che sieno buoni di acqua, ancora si usa tignere loro un
padiglione solamente, ultra allo specchietto che 1' uno e
1' altro fanno insieme mirabilmente. Questo specchietto
si fa in questo modo. Piglisi un poco di vetro cristal-
lino, nettissimo, cioè che non abbi sonagli nè vesciche;
e questo si tagli quadro, della grandezza che egli entri
in nel castone dove si dee mettere il diamante, et il ca-
stone detto si debbo tignere con la sopradetta tinta di
diamante nera. E bisogna aver cura di mettere il detto
specchietto, cioè vetro tinto da una banda sola, in nel
fondo del detto castone, tanto basso che gli stia discosto
dal diamante; perchè se egli lo toccassi, e' non risponde-
rebbe bene: et in questo modo tutti e diamanti sottilis-
simi si acconciano, e mostrano bene.
E berilli, e topazi bianchi, e zaffiri bianchi, le ama-
tiste bianche, et i citrini, tutte le dette pietre s' accon-
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