156 dell'oreficeria.
medesimo modo che si fa con quelle che sono intagliate
di bulino; ma gli è ben vero, che se ben questa opera si
fa con gran facilità, ella basta quel tanto manco che non
fanno quelle che sono intagliate di bulino.
XXXV.
PER FARE L' ACQUA DA PARTIRE.
L' acqua da partire si fa in questo modo, cioè: Piglia
otto libbre di allume di ròcca arso, et altretanto di bo-
nissimo salnitro, e quattro libbre di vetrivuolo romano,
e tutto metti nella boccia; mettera'vi con le dette cose
un poco a tua discrezione di acqua forte, che sia stata
adoperata. Et a fare il loto alla tua boccia, che sia buono,
piglia sterco di cavallo, scaglia di ferro, e terra da mat-
toni, tanto dell' uno quanto dell' altro, et incorpora con
tuorla di uova di gallina; di poi la distendi sopra la tua
boccia tanto quanto ne piglia il fornello; di poi le dai il
suo fuoco temperato, secondo il modo che s' usa.
XXXVI.
PER FARE IL CIMENTO REALE.
Si piglia 1' oro che tu vuoi affinare, e si batte sottile,
e se ne fa pezzuoli della grandezza di uno scudo d' oro,
e debbe farsi di quella grossezza dello scudo, et alcune
volte si è preso gli stessi scudi, e se n' è fatto cimento,
affinatili di ventiquattro carati: et è di tanta virtù questo
semplice cimento, che gli ha tratto tutta la lega del detto
scudo, e non ha levato il segno della stampa di esso, ma
medesimo modo che si fa con quelle che sono intagliate
di bulino; ma gli è ben vero, che se ben questa opera si
fa con gran facilità, ella basta quel tanto manco che non
fanno quelle che sono intagliate di bulino.
XXXV.
PER FARE L' ACQUA DA PARTIRE.
L' acqua da partire si fa in questo modo, cioè: Piglia
otto libbre di allume di ròcca arso, et altretanto di bo-
nissimo salnitro, e quattro libbre di vetrivuolo romano,
e tutto metti nella boccia; mettera'vi con le dette cose
un poco a tua discrezione di acqua forte, che sia stata
adoperata. Et a fare il loto alla tua boccia, che sia buono,
piglia sterco di cavallo, scaglia di ferro, e terra da mat-
toni, tanto dell' uno quanto dell' altro, et incorpora con
tuorla di uova di gallina; di poi la distendi sopra la tua
boccia tanto quanto ne piglia il fornello; di poi le dai il
suo fuoco temperato, secondo il modo che s' usa.
XXXVI.
PER FARE IL CIMENTO REALE.
Si piglia 1' oro che tu vuoi affinare, e si batte sottile,
e se ne fa pezzuoli della grandezza di uno scudo d' oro,
e debbe farsi di quella grossezza dello scudo, et alcune
volte si è preso gli stessi scudi, e se n' è fatto cimento,
affinatili di ventiquattro carati: et è di tanta virtù questo
semplice cimento, che gli ha tratto tutta la lega del detto
scudo, e non ha levato il segno della stampa di esso, ma