350
POESIE.
SONETTI DI VARIO ARGOMENTO.
'XLVIII. *
0 monarca immortale, io pur ti chiamo,
Nè speme di salute il mio dolore
Ancor non sente, e gli anni e mesi e 1' ore
Sen vanno ahimè! Che frutta a me s' io t'amo?
Ben che servirti più d' ogni altri i' bramo,
E pur son certo che ogni vivo muore:
Tarda la virtù tua, e T mio dolore
Cresce; tal ch' io te e me disamo.
Mentre io facea questi angosciosi carmi,
Venn' un messo da chi le chiave tiene,
Volse per quanto io son tutto ubbrigarmi
Ch' io non partissi; et io che maggior pene
Non sentii mai, nè in altro maggior parmi,
Ch' un dubbioso aspettar chi tardi viene. 2
Dal Cod. Ricc. n° 2333, a c. 6.
1 Forse questo sonetto è indirizzato a Francesco I re di Francia.
2 Sembra che abbia voluto dire: ed io non sentii mai pena maggiore,
(nè in altra cosa parmi che maggiore sia) che aspettando coll' animo dub-
bioso chi vien tardi.
POESIE.
SONETTI DI VARIO ARGOMENTO.
'XLVIII. *
0 monarca immortale, io pur ti chiamo,
Nè speme di salute il mio dolore
Ancor non sente, e gli anni e mesi e 1' ore
Sen vanno ahimè! Che frutta a me s' io t'amo?
Ben che servirti più d' ogni altri i' bramo,
E pur son certo che ogni vivo muore:
Tarda la virtù tua, e T mio dolore
Cresce; tal ch' io te e me disamo.
Mentre io facea questi angosciosi carmi,
Venn' un messo da chi le chiave tiene,
Volse per quanto io son tutto ubbrigarmi
Ch' io non partissi; et io che maggior pene
Non sentii mai, nè in altro maggior parmi,
Ch' un dubbioso aspettar chi tardi viene. 2
Dal Cod. Ricc. n° 2333, a c. 6.
1 Forse questo sonetto è indirizzato a Francesco I re di Francia.
2 Sembra che abbia voluto dire: ed io non sentii mai pena maggiore,
(nè in altra cosa parmi che maggiore sia) che aspettando coll' animo dub-
bioso chi vien tardi.