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DELL' OREFICERIA.
XXIL
PER TIRARE VASELLAMI DI ORO E D' ARGENTO, TANTO FI-
GURE QUANTO VASI, E TUTTO QUELLO CHE SI LAVORA
DI QUESTA ARTE, CHIAMATA PER NOME GROSSERIA.
Sì come noi dicemmo al primo fornello, gittato che
tu arai il tuo argento nelle sopradette piastre di ferro,
e' si debbo lasciar freddare, perchè meglio e' si condensa
insieme lasciandolo freddare nelle dette piastre di ferro;
e di poi che gli è freddo, se gli leva intorno le sue bave.
E fatto che tu hai questo, si fa un rasoio, il quale è largo
più di dua dita e mezzo, e vuole essere bolso; di poi si
attacca in su un bastone, il qual bastone ha da avere dua
manichi, i quali sieno discosto dalla punta del rasoio un
mezzo braccio in circa: et avvertisci che il detto rasoio
vuole essere piegato tre dita, e stia a uso di graffiare; e
con questo rasoio si debba rader la piastra in questo
modo, cioè: farai la tua piastra di argento rossa come di
fuoco, e così calda mettendola sopra una di quelle pia-
stre di ferro che tu ti sei servito a gittarvela drento, la
fermerai con certi ferri da conficcare o congegnare; di
modo che la detta piastra di argento, posata che la sia in
su quella di ferro, avendoti messo la manica del rasoio
in su la spalla, e con le due mane a quei duoi manichi
che tu arai fatto al rasoio, il qual viene a stare in fog-
gia di una croce, con bonissima forza raderai la tua pia-
stra di argento tanto quanto si scuopra la pelle dello ar-
gento netta. Io non voglio mancare di non dire quanto
io ho imparato. Io lavorai in Parigi opere di argento le
maggiori che mai di tale arte si possa fare, e le più dif-
ficili; e perchè io mi servivo di molti lavoranti, e sì bene
come loro volentieri imparavano da me, ancora a me
DELL' OREFICERIA.
XXIL
PER TIRARE VASELLAMI DI ORO E D' ARGENTO, TANTO FI-
GURE QUANTO VASI, E TUTTO QUELLO CHE SI LAVORA
DI QUESTA ARTE, CHIAMATA PER NOME GROSSERIA.
Sì come noi dicemmo al primo fornello, gittato che
tu arai il tuo argento nelle sopradette piastre di ferro,
e' si debbo lasciar freddare, perchè meglio e' si condensa
insieme lasciandolo freddare nelle dette piastre di ferro;
e di poi che gli è freddo, se gli leva intorno le sue bave.
E fatto che tu hai questo, si fa un rasoio, il quale è largo
più di dua dita e mezzo, e vuole essere bolso; di poi si
attacca in su un bastone, il qual bastone ha da avere dua
manichi, i quali sieno discosto dalla punta del rasoio un
mezzo braccio in circa: et avvertisci che il detto rasoio
vuole essere piegato tre dita, e stia a uso di graffiare; e
con questo rasoio si debba rader la piastra in questo
modo, cioè: farai la tua piastra di argento rossa come di
fuoco, e così calda mettendola sopra una di quelle pia-
stre di ferro che tu ti sei servito a gittarvela drento, la
fermerai con certi ferri da conficcare o congegnare; di
modo che la detta piastra di argento, posata che la sia in
su quella di ferro, avendoti messo la manica del rasoio
in su la spalla, e con le due mane a quei duoi manichi
che tu arai fatto al rasoio, il qual viene a stare in fog-
gia di una croce, con bonissima forza raderai la tua pia-
stra di argento tanto quanto si scuopra la pelle dello ar-
gento netta. Io non voglio mancare di non dire quanto
io ho imparato. Io lavorai in Parigi opere di argento le
maggiori che mai di tale arte si possa fare, e le più dif-
ficili; e perchè io mi servivo di molti lavoranti, e sì bene
come loro volentieri imparavano da me, ancora a me