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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Editor]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0210

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140

DELL ' OREFICERIA.

XXV.
DELLE FIGURE CHE SI SONO FATTE D' ARGENTO
MAGGIORI DEL VIVO.
Questo modo di fare una statua grande di argento,
dico grande quanto uno uomo vivo, o maggiore, perchè
delle grandi di un braccio e mezzo io ne ho viste fare
assai in Roma per 1' altare di San Piero; e con tutto che
e' sia cosa mirabile e difficile il farle di cotale grandezza,
pure se n' è fatte assaissime, e si sono fatte con assai bel
modo e ben condotte dai buoni maestri; ma per essere
di questa piccola grandezza, non è parso gran dificultà a
condurle rispetto al saldarle, perchè queste piccole si
possono maneggiare intorno al fuoco, et anche si fanno
di lamine di argento più sottili che non si fanno le gran-
di; chè, con tutto che ei s' usi quasi un medesimo modo
alle piccole che alle grandi, gli è tanta differenza al con-
durre le grandi, che io per me non ne viddi mai che fus-
sino condotte da potersi mostrare. Et avendo io promesso
di voler dare li esempli di opere viste da altrui, e delle
fatte da me propio; passando Carlo quinto imperatore per
la Francia a tempo del primo re Francesco, di poi le gran
guerre avute insieme essendosi appacificati, quel maravi-
glioso re Francesco, infra gli altri gran presenti che egli
donò all' imperatore, gli donò una statua d'argento figu-
rato Ercole con due colonne, la quale era di grandezza di
tre braccia e mezzo in circa.1 E se bene, come per adietro
io ho detto, per le tante faccende che si fanno in quel
gran Parigi, io non viddi mai lavorare in altra parte del
mondo con più sicura pratica di tirare di martello, che
si fa in questa detta città, e con tutta questa loro bella
pratica, mettendosi tutti quei migliori maestri a fare la
4 Vita, pag. 557.
 
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