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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Editor]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0120

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DELL' OREFICERIA.

vero che fu parere d' alcun gioielliere di tingere tutto
il suo fondo e padiglioni, ma io con la sperienzia feci
lor vedere che mostrava molto meglio così. Insieme con
il detto diamante all' intorno si era dua gran balasci, e dua
gran zaffiri molto belle gioie, e quattro smeraldi di bella
grandezza. A tutte queste sopradette gioie si usò quelle
maggior diligenzie, le quali si sono ragionate di sopra;
di modo che noi sodisfacemmo et al Papa et agli artisti;
perchè in cotale bella impresa cominciando al diamante
di poi all' altre gioie, quali erano molto difficili, e quei
vecchi dell' arte, parte per invidia e parte con verità,
mi spaventavano, dicendomi: «Noi veggiamo qui condotta
una bellissima opera per quanto s' appartiene et al dise-
gno et al cesello; ma quando tu verrai al modo del tin-
gere e d' accomodar queste gioie di tanta grande impor-
tanzia, tu tremerrai a verga a verga. » E se bene io non
avevo una paura al mondo, quel loro maraviglioso modo
di maravigliarsi mi facea alquanto star sopra di me: ma
pure, ricordatomi di quel dono che Iddio ci dà, il quale
viene senza studio nessuno, sì come è la bellezza, la
forza e 1' agilità, a me mi pareva avere da Dio una si-
cura animosità; e sentendomi svegliar da quella, di tutte
quelle lor pappolate che mi dicevano ridendomene da
per me, e' mi venne in memoria quando Febo spaventava
il suo figliuol Fetonte di non voler pigliar la impresa di
guidar il carro del Sole; pure alla fine a me successe
meglio che non fece a Fetonte, che vi ruppe il collo,
dove io ne sortii con molto onore et utile.
 
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