POESIE.
559
Lxnr
A GIOVAN BATISTA SANTINI.1
Nessun si maravigli, Santin mio,
S' io non finisco questa mia figura:
Questo tropp' alto esempro 'I tempo fura,
Perchè la verità è 'I solo Iddio.
Quello è solo infinito, santo e pio,
Quel sol senza prencipio eterno dura,
Nè se gli può dar forma nè misura;
Perch' e' par folle in me cotal desio.
Presi a votare 'I mar con una tazza,
0 'l troppo accender consumare un lume,
0 vincer mal destin con pazienza.
Se ben gran fuoco spegne un picciol fiume,
Nell' altre non si de' aver tal credenza,
Chè poi la vita stanca alfin s' ammazza.
Dal Cod. Rice. n° 2353, a c. 42, e 439,
LXIV.*
A MESSER LELIO TORELLI.
Eccellente in virtù, di vita santo,
Messer Lelio gentil, ch' a Dio sì grato
Sol per gloria del mondo v' ha creato;
Per questo vuol che voi viviate tanto.
Poi dentro al suo immortai celeste ammanto
Di stelle sott' a quel sarete ornato,
E 'n terra e 'n ciel ognor desiderato,
Voi lieto a Dio, noi sol 'n angosce e pianto.
Non può fra' mortai dir di voi tant' alto,
Che non sia poco al divin esser vostro;
Nè mostrò tal giammai '1 terrestre smalto.
Quel solo in terra e 'n ciel gran padre nostro,
Che voi bramate et io confesso e esalto,
Cantiam lieti a quel solo il pater nostro.
Dal Cod. Ricc. n° 2353, a c. 131.
Nominato dal Celliai nella Vita, a pag. 482 e 485.
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Lxnr
A GIOVAN BATISTA SANTINI.1
Nessun si maravigli, Santin mio,
S' io non finisco questa mia figura:
Questo tropp' alto esempro 'I tempo fura,
Perchè la verità è 'I solo Iddio.
Quello è solo infinito, santo e pio,
Quel sol senza prencipio eterno dura,
Nè se gli può dar forma nè misura;
Perch' e' par folle in me cotal desio.
Presi a votare 'I mar con una tazza,
0 'l troppo accender consumare un lume,
0 vincer mal destin con pazienza.
Se ben gran fuoco spegne un picciol fiume,
Nell' altre non si de' aver tal credenza,
Chè poi la vita stanca alfin s' ammazza.
Dal Cod. Rice. n° 2353, a c. 42, e 439,
LXIV.*
A MESSER LELIO TORELLI.
Eccellente in virtù, di vita santo,
Messer Lelio gentil, ch' a Dio sì grato
Sol per gloria del mondo v' ha creato;
Per questo vuol che voi viviate tanto.
Poi dentro al suo immortai celeste ammanto
Di stelle sott' a quel sarete ornato,
E 'n terra e 'n ciel ognor desiderato,
Voi lieto a Dio, noi sol 'n angosce e pianto.
Non può fra' mortai dir di voi tant' alto,
Che non sia poco al divin esser vostro;
Nè mostrò tal giammai '1 terrestre smalto.
Quel solo in terra e 'n ciel gran padre nostro,
Che voi bramate et io confesso e esalto,
Cantiam lieti a quel solo il pater nostro.
Dal Cod. Ricc. n° 2353, a c. 131.
Nominato dal Celliai nella Vita, a pag. 482 e 485.