DELJJ JN TENDIMENTO UMANO. 13
rc le Cagioni e le ruote nascose delle cose, ed amraira e loda iti
esfe la mano industriosa di chi le ha formate dal nulla. E se non
giugne ad intenderle, tanto più ammira ed esalta il Sapere e Potere
di quel somnao Artefice, che sa far tante maravigliose fatture, le
quali rUomo con tutta la sua Superbia non saprk raai non dirò fa-
re, ma nè pure intendere. Motivi a noi son questi d 5umiiiarci, e
non gia di credere noi affatto ciechi«v
JU KJ CC
C A P I T _ __ .
Inàebltamente negarsi dat Pirronistt aUUomo il criterio della Verità
A innanzi il Pirronista nel Cap. VIII. con dire, es-
sere una pruova invincibile e capitale contro la teme-
rità dei Dopmatici la mancan%a d' una Repola certa
• » • O ù
della Verità. Imperciocchè efìendo le cose mischiate
di Vero e di Falso, come discerneremo l’ uno e T
altro, se non vi applichiamo una Regola certa, che ce ne assicuri?
Questa Regola si chiama dai Filosofi Criterio. Ora sentite ,. come qui
proceda la sofisticheria de’Signori Scettici. Per conoscere la verita,
abbisognamo di un Criterioy o sia di una Regola delia Verita; e
dobbiamo averlo trovato, prima di cercare la conofcenza della Ve-
rita. Ma per trovar questo Criterio, fa d’uopo che sappiamo discer-
nere il vero Criterio dal falso. 6 jseguentemente noi dobbiamo pri-
ma cercare, se il vero Criterio abbia dei segni indubitati di Verita.
E come conoscere i segni della Verita, se noi non conosciamo la
Verita? Gonvien dunque aver trovata la Verita, prima di poter tro-
vare ii Criterio. E perchè noi non abbiam trovato nè ia Veritk, nè
il Criterio, ne seguita, che non si può trovar nè l’uno, nè l’altro.
In oltre per conoscere, se una Regola sia diritta, necessario è, che
abbiam prima un’ altra Regola della Verita, che sicuramente sia di-
ritta, e possa a noi servire per rettificare la prima. Questa seconda
avrk bisogno della terza, deila quarta, e cosi ail’ infinito, come av-
vertì il Filofoso Sefìo Empirico, uomo fottile e penetrante, che ha me*
glio d' ognuno satto sronte alla sievezza dei Dogmatici, delle cui sofi-
sticherie seguita a farsi bello questo moderno Sofista. In questa guisa
appunto costumavano i Pirronisti di tirare all’infinito le Questioni,
con.
rc le Cagioni e le ruote nascose delle cose, ed amraira e loda iti
esfe la mano industriosa di chi le ha formate dal nulla. E se non
giugne ad intenderle, tanto più ammira ed esalta il Sapere e Potere
di quel somnao Artefice, che sa far tante maravigliose fatture, le
quali rUomo con tutta la sua Superbia non saprk raai non dirò fa-
re, ma nè pure intendere. Motivi a noi son questi d 5umiiiarci, e
non gia di credere noi affatto ciechi«v
JU KJ CC
C A P I T _ __ .
Inàebltamente negarsi dat Pirronistt aUUomo il criterio della Verità
A innanzi il Pirronista nel Cap. VIII. con dire, es-
sere una pruova invincibile e capitale contro la teme-
rità dei Dopmatici la mancan%a d' una Repola certa
• » • O ù
della Verità. Imperciocchè efìendo le cose mischiate
di Vero e di Falso, come discerneremo l’ uno e T
altro, se non vi applichiamo una Regola certa, che ce ne assicuri?
Questa Regola si chiama dai Filosofi Criterio. Ora sentite ,. come qui
proceda la sofisticheria de’Signori Scettici. Per conoscere la verita,
abbisognamo di un Criterioy o sia di una Regola delia Verita; e
dobbiamo averlo trovato, prima di cercare la conofcenza della Ve-
rita. Ma per trovar questo Criterio, fa d’uopo che sappiamo discer-
nere il vero Criterio dal falso. 6 jseguentemente noi dobbiamo pri-
ma cercare, se il vero Criterio abbia dei segni indubitati di Verita.
E come conoscere i segni della Verita, se noi non conosciamo la
Verita? Gonvien dunque aver trovata la Verita, prima di poter tro-
vare ii Criterio. E perchè noi non abbiam trovato nè ia Veritk, nè
il Criterio, ne seguita, che non si può trovar nè l’uno, nè l’altro.
In oltre per conoscere, se una Regola sia diritta, necessario è, che
abbiam prima un’ altra Regola della Verita, che sicuramente sia di-
ritta, e possa a noi servire per rettificare la prima. Questa seconda
avrk bisogno della terza, deila quarta, e cosi ail’ infinito, come av-
vertì il Filofoso Sefìo Empirico, uomo fottile e penetrante, che ha me*
glio d' ognuno satto sronte alla sievezza dei Dogmatici, delle cui sofi-
sticherie seguita a farsi bello questo moderno Sofista. In questa guisa
appunto costumavano i Pirronisti di tirare all’infinito le Questioni,
con.