CAPITOLO au I N T O.
Che dalle dijfenfioni de Filofosi sìoltamente deducono i PirroniJH
/’ impoffibilità di scoprire il Vero.
rammenta il Pirronista nel Lib. I. Cap. X. Tavere il
Descartes nelle sue Meditazioni Filosofiche detto : Che
noi non sappiamo ancora^ fe Dio non ci abbia voluto crea-
re di tal natura, che noi c inganniamo fempre, anche nel-
le cofe, che ci compariscono le piu chiare. Ha egli di
più supposto, che non ci fta Dio. Àggiugne, essere il primo dubbio
di tale importanza per trattenere i nostri Intelietti dal ricevere al-
cuna proposizion eome Certa, quando non abbiamo che la Ragione
per risolverlo, che lungi dall' averlo il Descartes dijìrutto, nb pure st
puo in guisa alcuna dijìruggere, se la Ragione non chiama in ajuto la
Fede. Riserbando a noi di parlare altrove della Fede, intanto rifpon-
diamo, abusarsi patentemente questo Incredulo deH’ufizio di onorato
Scrittore, volendo qui valersi dell’autotita del Defcartes per sostene-
re gli aerei suoi caftelli. Se il Defcartes avesse prodotte si fatte Pro-
posizioni come rissessìoni, che avessero qualche peso, potrebbe ii Pir-
ronista tirarlo in certo modo ai suo partito. Ma quel Filosofo, vo-
lendo cominciare la ricerca deila Verita daila Dubitazione, finge che
l’ Uomo nulla sappia, e dubiti di tutto, ed anche se ci sia Dio; e
s’ egli ci abbia formati di si misera natura, che sempre dobbiamo
ingannarci. In una parola, finge se stesso uno Scettico, un Pirroni-
fta. Ma poscia mette i principj, che conducono a riconofcere la Ve-
rita e Certezza delie cose, e viene poi stabilendo FEsistenza di Dio,
e per quanto è permefto a mente umana, anche i suoi Attributi; e
dimostra incompossìbiie colla Sapienza e Bonta di quel supremo Ar-
tefice, e colia natura della Ragione umana, ii figurarsi l’Uomo crea-
to unicamente come Creatura, capace non d’altro che d’ingaqnarsi,
ed incapace di conoscere giammai il Vero e il Bene, e di distin-
guerlo dal Falso e dai Male. Fanno eglino cosi i Pirronisti Rabbi-
ni? Va a finire il lor mestiere in tentare unicamente di distruggere
tutto il Regno della Verita, e in non edificare giammai. E perchè
voler’attribuire forza ad una Finzione e dubbìo iperbolico senza pruo-
va al-
Che dalle dijfenfioni de Filofosi sìoltamente deducono i PirroniJH
/’ impoffibilità di scoprire il Vero.
rammenta il Pirronista nel Lib. I. Cap. X. Tavere il
Descartes nelle sue Meditazioni Filosofiche detto : Che
noi non sappiamo ancora^ fe Dio non ci abbia voluto crea-
re di tal natura, che noi c inganniamo fempre, anche nel-
le cofe, che ci compariscono le piu chiare. Ha egli di
più supposto, che non ci fta Dio. Àggiugne, essere il primo dubbio
di tale importanza per trattenere i nostri Intelietti dal ricevere al-
cuna proposizion eome Certa, quando non abbiamo che la Ragione
per risolverlo, che lungi dall' averlo il Descartes dijìrutto, nb pure st
puo in guisa alcuna dijìruggere, se la Ragione non chiama in ajuto la
Fede. Riserbando a noi di parlare altrove della Fede, intanto rifpon-
diamo, abusarsi patentemente questo Incredulo deH’ufizio di onorato
Scrittore, volendo qui valersi dell’autotita del Defcartes per sostene-
re gli aerei suoi caftelli. Se il Defcartes avesse prodotte si fatte Pro-
posizioni come rissessìoni, che avessero qualche peso, potrebbe ii Pir-
ronista tirarlo in certo modo ai suo partito. Ma quel Filosofo, vo-
lendo cominciare la ricerca deila Verita daila Dubitazione, finge che
l’ Uomo nulla sappia, e dubiti di tutto, ed anche se ci sia Dio; e
s’ egli ci abbia formati di si misera natura, che sempre dobbiamo
ingannarci. In una parola, finge se stesso uno Scettico, un Pirroni-
fta. Ma poscia mette i principj, che conducono a riconofcere la Ve-
rita e Certezza delie cose, e viene poi stabilendo FEsistenza di Dio,
e per quanto è permefto a mente umana, anche i suoi Attributi; e
dimostra incompossìbiie colla Sapienza e Bonta di quel supremo Ar-
tefice, e colia natura della Ragione umana, ii figurarsi l’Uomo crea-
to unicamente come Creatura, capace non d’altro che d’ingaqnarsi,
ed incapace di conoscere giammai il Vero e il Bene, e di distin-
guerlo dal Falso e dai Male. Fanno eglino cosi i Pirronisti Rabbi-
ni? Va a finire il lor mestiere in tentare unicamente di distruggere
tutto il Regno della Verita, e in non edificare giammai. E perchè
voler’attribuire forza ad una Finzione e dubbìo iperbolico senza pruo-
va al-