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https://doi.org/10.11588/diglit.30649#0135
DELL’ IN TENDIMEN TO UMANO. m
raente nuocono al Pubblico, o al privato neila societa civile; e per
sarne altre, che convengano alla santita e giustizia d’eiTo Dio, alla
buona arraonia della Repubblica, e alia felicita d’ ogni privata per-
sona. Se il Pirronista confessa, e tien per certi si fatd Principj, su-
bito viene a sfasciarh da capo a piedi ii suo sìsterna. Per lo contra-
rio se tiene ancor questi come ogni altra cosa, per incerti e dubbio-
si : ecco s Uomo reggerst a capriccio, e secondo le naturali Inclina-
Kioni, come ha gia egli protestato: Inclinazioni, che noi sappiamo
e proviam tutto dì rivolte al malsare; ed allora s Amor proprio, e
le Pastioni prive di freno, quafì impostibii cosa è, che non cerchino
dappertutto l’Utile e il Diiettevole, senza più sar caso deli’Onesto:
giacchè questo Onesto a tenore del Pirronista dee essere un nome va-
no, o almen dubbiosa la sua efìstenza, nè la Ragion può conoscerlo
con Gertezza. Figuratevi una Repubblica di soli Ateisti: non può
essere di meno, ch’ella non sia un teatro di confufìone, di disordini
e di Vìzj, e per conseguente il più miserabile stato della natura
umana. Dove mancano i principj deila Religione, e della Moralità,
manca tutto. Ma che disti della Religione? Niuno è più de’Pirro-
nisti disposto a riceverla, e a somentarla in suo cuore. Gosì protesta
il nostro Pirronista nel Cap. VI. Lib. II. però torniamo con più at-
tenzione ad esaminar questo inaspettato frutto d’ una da noi finquì
creduta Scuola bestiale.
CAPITQLO DECIMOTTAVO.
Che il Pirronismo va a àiftruggere la Religione, cioè la regola
piu sorte delle umane azioni.
A quanto s’ è detto risulta, che il Pirronista tende a
slargare, anzi a mettere in libertà le coscienze e vo-
lontà degli Uomini, acciocchè polsano a seconda delle
lor voglie operar ciò, che maggiormente lor piace.
Per loro le Mastìme della natural Teoiogia, pollono
o debbono diventar chimere ed ombre, oltre al non bastar elle be»
ne spesso, a trattenere l’Uomo dali’appagare i suoi volerì, ogni quai
voita gli venga fatto di non aver paura delle Leggi umane. „ Ghe
„ dite mai ( mi fìguro, che quì incontro ci venga, e gridi il
nostro
raente nuocono al Pubblico, o al privato neila societa civile; e per
sarne altre, che convengano alla santita e giustizia d’eiTo Dio, alla
buona arraonia della Repubblica, e alia felicita d’ ogni privata per-
sona. Se il Pirronista confessa, e tien per certi si fatd Principj, su-
bito viene a sfasciarh da capo a piedi ii suo sìsterna. Per lo contra-
rio se tiene ancor questi come ogni altra cosa, per incerti e dubbio-
si : ecco s Uomo reggerst a capriccio, e secondo le naturali Inclina-
Kioni, come ha gia egli protestato: Inclinazioni, che noi sappiamo
e proviam tutto dì rivolte al malsare; ed allora s Amor proprio, e
le Pastioni prive di freno, quafì impostibii cosa è, che non cerchino
dappertutto l’Utile e il Diiettevole, senza più sar caso deli’Onesto:
giacchè questo Onesto a tenore del Pirronista dee essere un nome va-
no, o almen dubbiosa la sua efìstenza, nè la Ragion può conoscerlo
con Gertezza. Figuratevi una Repubblica di soli Ateisti: non può
essere di meno, ch’ella non sia un teatro di confufìone, di disordini
e di Vìzj, e per conseguente il più miserabile stato della natura
umana. Dove mancano i principj deila Religione, e della Moralità,
manca tutto. Ma che disti della Religione? Niuno è più de’Pirro-
nisti disposto a riceverla, e a somentarla in suo cuore. Gosì protesta
il nostro Pirronista nel Cap. VI. Lib. II. però torniamo con più at-
tenzione ad esaminar questo inaspettato frutto d’ una da noi finquì
creduta Scuola bestiale.
CAPITQLO DECIMOTTAVO.
Che il Pirronismo va a àiftruggere la Religione, cioè la regola
piu sorte delle umane azioni.
A quanto s’ è detto risulta, che il Pirronista tende a
slargare, anzi a mettere in libertà le coscienze e vo-
lontà degli Uomini, acciocchè polsano a seconda delle
lor voglie operar ciò, che maggiormente lor piace.
Per loro le Mastìme della natural Teoiogia, pollono
o debbono diventar chimere ed ombre, oltre al non bastar elle be»
ne spesso, a trattenere l’Uomo dali’appagare i suoi volerì, ogni quai
voita gli venga fatto di non aver paura delle Leggi umane. „ Ghe
„ dite mai ( mi fìguro, che quì incontro ci venga, e gridi il
nostro