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Muratori, Lodovico Antonio
Opere del proposto Lodovico Antonio Muratori già bibliotecario del Serenissimo Signore Duca di Modena (Band 6) — Arezzo, 1768 [Cicognara, 2497-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30649#0134

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xio D E L L E F O R Z E

Non pretendo io per questo, che niuna eccezione si abbia da
ammettere nelle funeste conseguenze, che postono ridondare dalla pro.-
festion del Pirronismo. Può darsi, che alcun d’essi, reggendo se stes-
so con altri occulti princìpj, ch’egli non vuol rivelare, si astenga
dalle opere malfatte, dannose alla pubblica quiete, e riprovate dal lu-
me della Natura. La condusione nostra è, che il merodo e i prin»
cipj dei Pirronismo naruralmente ed insensibilmente conducono als
Empieta, ai Libertinaggio, e massimamente insinuati ai Popoio igno-
rante, e più soggetto a Precipitar ne’disordini ed erxmri. Ognun sa
ie debolezze e ia corruzion deiia nostra Natura; come sia più possen-
te r inclinazione al Male, che al Bene ; quanto feroci e sregolate
sieno le nostre Passìoni. Noi miriamo, quanti non ostante l’interno
lume della Ragione e della Reiigione, non ostante il gridar della
coscienza, il terror delle Leggi, si danno ia preda ai Vizj, e tur-
bano la Repubblica, o se non altro rovinano se stessì: che sarebbe
poi, se in lor cuore-piantasse le radici la pestifera dottrina, di cul
ora parliamo? Niuno da q.ui innanzi potrebbe fidarsi di gente, che
niun principio ammette certo ed infallibile delie umane azioni. Do-
vrebbono tremar gli stessi Re e Principi, che signoreggiassero Popoli
avvelenati da si diabolici insegnamenti. Ora io non ardirei di asse»
rire, che la perniciosa dottrina di queito Autore conducesse lui a cor-
rompere i suoi costumi. Ben so, e lo conoscera chiunque non è dì
troppo grossoiano cervello, che chi ha composto, e più chi ha pub-
blicato effo Trattato, son da chiamare nemici giurati, e patenti as-
sassini del Genere umano, ben convenendo questi titoli a coloro,
che bandendo dal Mondo ia conoscenza di ogni Verita, e d’ogni
Principio delle umane azioni, e dipingendo la Ragione stessa come
una cieca, aprono il varco ad infiniti disordini nel Mondo. Se ci
san diventar Bestie, e fors’ anche peggiori delle Bestie: cosa c’è, che
non si possa aspettare e temere dagli Uomini, ridotti a così deplo-
rabile condizione?

Bisogna dunque insistere contra di costoro, chiedendo, se credo-
no sermamente, che cè Dio, principio d’ogni Verita, e fonte d s
ogni Giustizia» E s’essi ammettano come cosa certa, che da questo
importantissimo Principio, cioè dalla considerazione di questo Essere
eterno e perfettissimo, da cui siàmo stati creati, e siamo mantenuti
sopra la Terra, ne derivino altri Principj, che riguardano l’Onesto,
II Giusto, e l’Ingiusto, per non fare azioni contrarie all’intenzione
c santita di questo nostro comun Padre e Padrone, e che indebita-

niente
 
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