DELL’ INTENDIMEN TO UMANQ . 31
va alcuna propoilo dal Descartes, e negarla poi al medesimo, che
susseguentemente fiabilìsce colle dovute pruove la Verita del contrario?
Oh, risponde il Pirronista, quella Proposizione non l’ha distrut-
ta il Descartes, e nè pure si può distruggere coila sola Ragione dels
Uomo. Cosi certo dira, chi è risoluto di non riconoscere Verita e
Certezza alcuna delle cose, e di non arrendersi giammai a Ragione
alcuna, per dubita-r sempre di tutto. Ma ogni Intelletto sano, si
truova forzato, anche senza la Fede, a riconoscere, che c 5 è Iddio,
Cagione primaria di tutte le cose; quindi non può di meno di non
conoscere, ch’ egli è infinitamente Saggio, ed è la stessa Verita; e
però non poter .egli ingannare nè amare Finganno. Non procedendo^
corne scrisse lo stessb Descartes , la volontà d’ ìngannare, fe non da
malizia, 0 da timore, 0 da debolezza : per confeguente non puo mai
essere attnbmta a Dio. Certamente non dee credere Dio; o creden-
dolo, ha un’indegna ed empia Idea di lui, chi si figura possibile,
aver egli sormato l’Uomo, folamente perchè sia un ricettacolo dell’
Errore e del Falso. Se ha dato agli Uomini ii lume deiia ragione
e i Sensi, col fine appunto, che s’eglino vorranno o sapranno ben
servirsi di si gagiiardi strumenti, possano schivare la Falsita, e rag-
giugnere il Vero: non ci sara, se non un empio Sofista, che pre-
tenda fatto ioro si gran dono, non per altro se non perchè sempre
s’ingannino, e vivano nelie tenebre, schiavi miserabili deil’Errore.
Un buon Padrone, che comandi ad un Servo di sare un iungo viag-
gio nel bujo più scuro deiia notte, gii dara fiaccoia o aitro lume,
acciocchè discerna la strada, non urti negli aiberi, non cada ne’ fossi
e ne’canaii; e s’ egli 'cadera, sara per colpa di lui, e non gia per
volonta dei Padrone. Iddio certamente è ben migiior Padrone, e
Padron più saggio di tutti i Padroni della Terra. Implica contradi-
zione, torno a dirlo, colla sua infinita Sapienza, Bonta, e Verita,
l’Immaginar fatte da lui Greature Ragionevoli in guisa tale, che
sempre s’ingannino anche nelle cose, che alia Ragion Ìoro compari-
scono più chiare.
Gode l’Uomo questa Raglone, vogiio dire Ia facolta di razio°
cinare, e di dedurre da un principio, o sia da una Massìma univer-
sale, quaiche conclusion particoiare, o pur dalle particolari un’Uni-
versale, valendosi di un Segno, o sia Mezzo termine, dimostrante
ia conneflion delle premesse. Ci ha insegnato ia Logica, o sia la
Dialettica, varie forme di argomenti ben disposti per tirar con sicu-
rezza le conclusionx, purchè sussistano tali premesse , non lasciando
per
va alcuna propoilo dal Descartes, e negarla poi al medesimo, che
susseguentemente fiabilìsce colle dovute pruove la Verita del contrario?
Oh, risponde il Pirronista, quella Proposizione non l’ha distrut-
ta il Descartes, e nè pure si può distruggere coila sola Ragione dels
Uomo. Cosi certo dira, chi è risoluto di non riconoscere Verita e
Certezza alcuna delle cose, e di non arrendersi giammai a Ragione
alcuna, per dubita-r sempre di tutto. Ma ogni Intelletto sano, si
truova forzato, anche senza la Fede, a riconoscere, che c 5 è Iddio,
Cagione primaria di tutte le cose; quindi non può di meno di non
conoscere, ch’ egli è infinitamente Saggio, ed è la stessa Verita; e
però non poter .egli ingannare nè amare Finganno. Non procedendo^
corne scrisse lo stessb Descartes , la volontà d’ ìngannare, fe non da
malizia, 0 da timore, 0 da debolezza : per confeguente non puo mai
essere attnbmta a Dio. Certamente non dee credere Dio; o creden-
dolo, ha un’indegna ed empia Idea di lui, chi si figura possibile,
aver egli sormato l’Uomo, folamente perchè sia un ricettacolo dell’
Errore e del Falso. Se ha dato agli Uomini ii lume deiia ragione
e i Sensi, col fine appunto, che s’eglino vorranno o sapranno ben
servirsi di si gagiiardi strumenti, possano schivare la Falsita, e rag-
giugnere il Vero: non ci sara, se non un empio Sofista, che pre-
tenda fatto ioro si gran dono, non per altro se non perchè sempre
s’ingannino, e vivano nelie tenebre, schiavi miserabili deil’Errore.
Un buon Padrone, che comandi ad un Servo di sare un iungo viag-
gio nel bujo più scuro deiia notte, gii dara fiaccoia o aitro lume,
acciocchè discerna la strada, non urti negli aiberi, non cada ne’ fossi
e ne’canaii; e s’ egli 'cadera, sara per colpa di lui, e non gia per
volonta dei Padrone. Iddio certamente è ben migiior Padrone, e
Padron più saggio di tutti i Padroni della Terra. Implica contradi-
zione, torno a dirlo, colla sua infinita Sapienza, Bonta, e Verita,
l’Immaginar fatte da lui Greature Ragionevoli in guisa tale, che
sempre s’ingannino anche nelle cose, che alia Ragion Ìoro compari-
scono più chiare.
Gode l’Uomo questa Raglone, vogiio dire Ia facolta di razio°
cinare, e di dedurre da un principio, o sia da una Massìma univer-
sale, quaiche conclusion particoiare, o pur dalle particolari un’Uni-
versale, valendosi di un Segno, o sia Mezzo termine, dimostrante
ia conneflion delle premesse. Ci ha insegnato ia Logica, o sia la
Dialettica, varie forme di argomenti ben disposti per tirar con sicu-
rezza le conclusionx, purchè sussistano tali premesse , non lasciando
per