5>4 D E L L E F O R Z E
ni; eglino vi tureran sempre. la bocca con gridare: Tutto quanto vol
à'tte, è salso, e sempre ha da elsere falso» Finalmente oltre als Evi-
denza, che noi troviamo nelle relazioni d 5 infinite cose da noi ap-
prese per via dei senfì, e che viene ad assicurarci della lor forza e
sedeltà, e della Verità d'esse cose: concorre quì il consenso di tutti
gli Uomini, e d'ogni Tempo e Luogo, andando tutti d’accordo, sì
ignoranti che dotti in confessar tali innumerabili oggetti, quali an-
cor noì,, ricevendoli per via de’ Sensi, li conosciamo. Quaior sussìstes-
se la pretension de’Pirronisti, cioè Tlncertezza d’ogni cosa, e i’infe-
deltà dei, Sensi: impossìbil sarebbe, che tanti milioni di persone d’o-
gni Luogo, e d’ogni Tempo, convenissero nel medefìmo giudizio di
taii oggetti. Gonvenendo essi: intorno a ciò, e niuno dubitandone :
per necessaria conseguenza ne viene, che i Sensi bene adoprati e re-
goiati dalP Intendimento nostro, cl fan conoscere intuitivamente, e
con intera Certezza, la Verità di una sterminata copia di cose, nè
già effere quegp infedeli organi, che uno Scettico mostra di voler cre-
dere.. In somma Dio ci ha dato i Sensi, come mezzi e cannocchia-
li, per riconoscere il Vero e Certo di moltiflimi oggetti;: ma Pln-
tendimento nostro ha da essere il Regolatore,. e quel Principio, che
ben si serva di questi mezzi : di modo che propriamente si dee at-
yibuire, non ai Sensi , ma alIaMente , che si sa ben servire de’Sen-
si, la scoperta d’esso Vero. Seguita ancora da quanto abbiam detto,
essere una Pirroniana sofisticheria quel pretendersi dallo Scettico no-
stro nel Lib. I., Cap. VI. che non si pojsano conoscere con persetta Cer-
tezza le cofe a cagton àella àisserenza àegli Uommi, Noi troviamo
fmentita una taì proposizione dalla Sperienza suddetta, essendo evi-
dente l’unisormità del Giudizio di tanti differenti Uomini intorno
ad oggetti innumerabili; nè questa vien tolta dali’ essere poi gli Uo-
?nini di parer diverso intorno a tanti altri oggetti .
ni; eglino vi tureran sempre. la bocca con gridare: Tutto quanto vol
à'tte, è salso, e sempre ha da elsere falso» Finalmente oltre als Evi-
denza, che noi troviamo nelle relazioni d 5 infinite cose da noi ap-
prese per via dei senfì, e che viene ad assicurarci della lor forza e
sedeltà, e della Verità d'esse cose: concorre quì il consenso di tutti
gli Uomini, e d'ogni Tempo e Luogo, andando tutti d’accordo, sì
ignoranti che dotti in confessar tali innumerabili oggetti, quali an-
cor noì,, ricevendoli per via de’ Sensi, li conosciamo. Quaior sussìstes-
se la pretension de’Pirronisti, cioè Tlncertezza d’ogni cosa, e i’infe-
deltà dei, Sensi: impossìbil sarebbe, che tanti milioni di persone d’o-
gni Luogo, e d’ogni Tempo, convenissero nel medefìmo giudizio di
taii oggetti. Gonvenendo essi: intorno a ciò, e niuno dubitandone :
per necessaria conseguenza ne viene, che i Sensi bene adoprati e re-
goiati dalP Intendimento nostro, cl fan conoscere intuitivamente, e
con intera Certezza, la Verità di una sterminata copia di cose, nè
già effere quegp infedeli organi, che uno Scettico mostra di voler cre-
dere.. In somma Dio ci ha dato i Sensi, come mezzi e cannocchia-
li, per riconoscere il Vero e Certo di moltiflimi oggetti;: ma Pln-
tendimento nostro ha da essere il Regolatore,. e quel Principio, che
ben si serva di questi mezzi : di modo che propriamente si dee at-
yibuire, non ai Sensi , ma alIaMente , che si sa ben servire de’Sen-
si, la scoperta d’esso Vero. Seguita ancora da quanto abbiam detto,
essere una Pirroniana sofisticheria quel pretendersi dallo Scettico no-
stro nel Lib. I., Cap. VI. che non si pojsano conoscere con persetta Cer-
tezza le cofe a cagton àella àisserenza àegli Uommi, Noi troviamo
fmentita una taì proposizione dalla Sperienza suddetta, essendo evi-
dente l’unisormità del Giudizio di tanti differenti Uomini intorno
ad oggetti innumerabili; nè questa vien tolta dali’ essere poi gli Uo-
?nini di parer diverso intorno a tanti altri oggetti .