DELVINTENDIMENTÙ UMANO. l%l
per IRruird di questo si rilevante punto, può raccogliere dai Librl
de’Filosofi e Teologi, che ne han difsusamente trattato. Alcun poc«
lìa a me permesso di parlarne quì.
In primo luogo si può chiedere, sè sia posiibile un’ Anima Ra-
gionevole, o sia una Sostanza inteilettuale, Incorporea, o sia un®
Spirito Immateriale, creato da Dio, e sussistente da per $è, ii quale
fi posia unire con un Corpo organizzato, e disunendosi col tempo da
essb, posia continuare nella sua sussìstenza. Io non so credere aicuno
si temerario, persuaso che sia dell’ Esistenza di Dio, cioè di una Ve-
ritk non negabile da chiunque ha sano Intelietto, ii quaie osi nega-
re ad esso onnipotente Iddio la facoltà di crear si fatti Spiriti, simi-
ii per quanto può essere una Creatura a lui, ch’è Spirito imtnenso,,
immateriaie, ed indivisibile, e insieme la facoita di conglugnerii al
Corpo umano, acciocchè sieno direttori del medesimo, e si servano
deila sorza propria, ed anche degii organi d’esso Corpo, per distin-
guere il Vero dal Faiso, e il Male dal Bene. Riconobbero gli stessa
antichi Gentili, non che gli Ebrei, i’esistenzà dei Genj e Demonl
buoni. Sicchè la disficoltà si riduce a conoscere, se quelia che noi
chiamiamo Anima deli’Uomo, sia, o non sia uno Spirito, distinto
dalla Materia, e dotato della propria sustistenza ed attivitk, di mo-
do che due diverse Sostanze, una Corporea, e s altra Spirituaie, u-
nìte insieme, costituiscano s essenza e ii composto delÌ’Uomo, Qui-
stione certamente scura, quistione scabrosa, qualor questa si agiti so-
lamente nel tribunai Filosofico, senza dedurla anche a quel deiia Fe-
de e Religion Cristiana, che ia decide in savor dell’Anima Imma-
teriale ed Immortale. Ma non per questo lascia la Fiiosofia di som-
ministrar luce bastante per convincere chicchessìa di questa Verita. E
quantunque io non sia nè pur qui per discutere questa materia, e
far conoscere, quanto prevagiia anche la Ragion Filosofica per la
sentenza de’Credenti, e quanta debolezza si scorga nelie dissicoitk
mosse dags Increduli, alcun poco nondimeno mi giovera di far osser-
vare a chi sprovveduto di Libri desidera qualche lurne intorno a um
punto di tanta importanza, nè ha testa capace per ie sottigliezze Me-
tafisiche, e molto men per ie specu)azioni astruse, prodotte da S*
Tommaso (») e da’suoi Scolastici Coinmentatori, o pur dai moderni
Maestri delia Metafisica.
Premettiamo ciò, che ha il Locke acutissimo Filosofo Ingiese (b)
come un principio certo, su eui fi dee fabbricare. „ Oltre alie Idee
jj COO!“
(a) Lib. IJ. contra Gentiles.
(]j) Lib, IL Cap. XXV. §. ig, deU* IntcndÌRi. unane.
per IRruird di questo si rilevante punto, può raccogliere dai Librl
de’Filosofi e Teologi, che ne han difsusamente trattato. Alcun poc«
lìa a me permesso di parlarne quì.
In primo luogo si può chiedere, sè sia posiibile un’ Anima Ra-
gionevole, o sia una Sostanza inteilettuale, Incorporea, o sia un®
Spirito Immateriale, creato da Dio, e sussistente da per $è, ii quale
fi posia unire con un Corpo organizzato, e disunendosi col tempo da
essb, posia continuare nella sua sussìstenza. Io non so credere aicuno
si temerario, persuaso che sia dell’ Esistenza di Dio, cioè di una Ve-
ritk non negabile da chiunque ha sano Intelietto, ii quaie osi nega-
re ad esso onnipotente Iddio la facoltà di crear si fatti Spiriti, simi-
ii per quanto può essere una Creatura a lui, ch’è Spirito imtnenso,,
immateriaie, ed indivisibile, e insieme la facoita di conglugnerii al
Corpo umano, acciocchè sieno direttori del medesimo, e si servano
deila sorza propria, ed anche degii organi d’esso Corpo, per distin-
guere il Vero dal Faiso, e il Male dal Bene. Riconobbero gli stessa
antichi Gentili, non che gli Ebrei, i’esistenzà dei Genj e Demonl
buoni. Sicchè la disficoltà si riduce a conoscere, se quelia che noi
chiamiamo Anima deli’Uomo, sia, o non sia uno Spirito, distinto
dalla Materia, e dotato della propria sustistenza ed attivitk, di mo-
do che due diverse Sostanze, una Corporea, e s altra Spirituaie, u-
nìte insieme, costituiscano s essenza e ii composto delÌ’Uomo, Qui-
stione certamente scura, quistione scabrosa, qualor questa si agiti so-
lamente nel tribunai Filosofico, senza dedurla anche a quel deiia Fe-
de e Religion Cristiana, che ia decide in savor dell’Anima Imma-
teriale ed Immortale. Ma non per questo lascia la Fiiosofia di som-
ministrar luce bastante per convincere chicchessìa di questa Verita. E
quantunque io non sia nè pur qui per discutere questa materia, e
far conoscere, quanto prevagiia anche la Ragion Filosofica per la
sentenza de’Credenti, e quanta debolezza si scorga nelie dissicoitk
mosse dags Increduli, alcun poco nondimeno mi giovera di far osser-
vare a chi sprovveduto di Libri desidera qualche lurne intorno a um
punto di tanta importanza, nè ha testa capace per ie sottigliezze Me-
tafisiche, e molto men per ie specu)azioni astruse, prodotte da S*
Tommaso (») e da’suoi Scolastici Coinmentatori, o pur dai moderni
Maestri delia Metafisica.
Premettiamo ciò, che ha il Locke acutissimo Filosofo Ingiese (b)
come un principio certo, su eui fi dee fabbricare. „ Oltre alie Idee
jj COO!“
(a) Lib. IJ. contra Gentiles.
(]j) Lib, IL Cap. XXV. §. ig, deU* IntcndÌRi. unane.