174 D E L L E F O R Z E
Schierate in primo luogo le varie sentenze e ragioni aitrui, pianta-
vano poi essi la vera formidabil conciusione coile ragioni, probabil-
mente da loro credute incontrastabili ; e «juindi passavano a sbaragliar
con due magistrali sendenti le sentenze contrarie, e le oppostzionL
Non solamente nella Filosofia, ma fovente ancora nelia Teologia,
una deiie principali batterie, che st adoperavano, era quaiche passb
di Aristotele, quast di Maestro infallibile neile sue dottrine; e vi st
aggiugnea occorrendo anche l’autorita di Avicenna, e di Averroe,
barbassori insigni della Scuoia Arabica, e Peripatetica. Voi quì di-
mandate: trovavano essi per questa via la Verita? Io non vei so di-
re. Ben so, che quast cadaun di stmiii Maestri, dopo avere per qual-
che anno insegnato daiia Cattedra, e dopo moite arrabbiate battaglie
sostenute ne’circoli e nelle dispute, credeva sè stesso un grand’Uo-
mo, o pur tale era tenuto almeno dai volgo, Sarebbe ora da vede-
re, se dappoichè è seguita tanta mutazion neile Scienze, ci restasse
più alcuno, che andasse come una volta pettoruto dei suo sapere Fi-
loiofico o Teologico, e mirasse ■ con guardo di compassione la mag-
.gior parte degli Uomini, stccome tanti pigmei al pari di loro. Me-
glio è il passar oltre, e cercare quei che più importa.
Convien dunque di nuovo avvertire, trovarst una innumerabi!
serie di cose nei Mondo, delle quali s’ha Certezza. Maggiore è T
altra deiie cose tenebrose, deile quali se non è dubbiosa l’Esistenza,
è aimeno scura i’Essenza colle sue Cagioni, componenti, proprietù,
esfetti e relazioni. Si sbracciano Teoiogi, Filosofi, e Letterati d’al-
tre professìoni per diradar queste tenebre, per ìntendere Je cifre del-
la Natura, per ispiegare gli scuri sentimenti ne 5 vecchi Libri, con
proporre Quistioni, con disputare, e con raccogliere in fine quel
molto o poco di Vero, o almen di Verisimile, cfte può risultar dai-
la loro Speculazione od Erudizione. Purcfiè ciò esft eséguiscano con
Umilta, o almeno senza Alterigia, proponendo saviamente le ragio-
ni deiie cose, e di credere più in una maniera che in un’altra: è da
lodare ii loro istituto, cioè ia lor buona intenzione. Perciocchè essen-
do la vasta universita del Cielo e della Terra un Libro esposto alla
nostra contemplazione, perciò un proprio e nobile impiego deii’In-
telletto umano ognun dee conoscere, che è il rintracciare la Verìtà
e la natura delle cose; e quand’anche non venga fatto all’Uomo di
scoprire il Certo, può almen venirgii piacere e gloria dal trovare.
ciò che più fi accosta al Vero. Bisogna consessar la nostra impoten-
za èd ignoranza, Giò ha iasciato troppe cose nella ioro cscuritk, vi
st man-
Schierate in primo luogo le varie sentenze e ragioni aitrui, pianta-
vano poi essi la vera formidabil conciusione coile ragioni, probabil-
mente da loro credute incontrastabili ; e «juindi passavano a sbaragliar
con due magistrali sendenti le sentenze contrarie, e le oppostzionL
Non solamente nella Filosofia, ma fovente ancora nelia Teologia,
una deiie principali batterie, che st adoperavano, era quaiche passb
di Aristotele, quast di Maestro infallibile neile sue dottrine; e vi st
aggiugnea occorrendo anche l’autorita di Avicenna, e di Averroe,
barbassori insigni della Scuoia Arabica, e Peripatetica. Voi quì di-
mandate: trovavano essi per questa via la Verita? Io non vei so di-
re. Ben so, che quast cadaun di stmiii Maestri, dopo avere per qual-
che anno insegnato daiia Cattedra, e dopo moite arrabbiate battaglie
sostenute ne’circoli e nelle dispute, credeva sè stesso un grand’Uo-
mo, o pur tale era tenuto almeno dai volgo, Sarebbe ora da vede-
re, se dappoichè è seguita tanta mutazion neile Scienze, ci restasse
più alcuno, che andasse come una volta pettoruto dei suo sapere Fi-
loiofico o Teologico, e mirasse ■ con guardo di compassione la mag-
.gior parte degli Uomini, stccome tanti pigmei al pari di loro. Me-
glio è il passar oltre, e cercare quei che più importa.
Convien dunque di nuovo avvertire, trovarst una innumerabi!
serie di cose nei Mondo, delle quali s’ha Certezza. Maggiore è T
altra deiie cose tenebrose, deile quali se non è dubbiosa l’Esistenza,
è aimeno scura i’Essenza colle sue Cagioni, componenti, proprietù,
esfetti e relazioni. Si sbracciano Teoiogi, Filosofi, e Letterati d’al-
tre professìoni per diradar queste tenebre, per ìntendere Je cifre del-
la Natura, per ispiegare gli scuri sentimenti ne 5 vecchi Libri, con
proporre Quistioni, con disputare, e con raccogliere in fine quel
molto o poco di Vero, o almen di Verisimile, cfte può risultar dai-
la loro Speculazione od Erudizione. Purcfiè ciò esft eséguiscano con
Umilta, o almeno senza Alterigia, proponendo saviamente le ragio-
ni deiie cose, e di credere più in una maniera che in un’altra: è da
lodare ii loro istituto, cioè ia lor buona intenzione. Perciocchè essen-
do la vasta universita del Cielo e della Terra un Libro esposto alla
nostra contemplazione, perciò un proprio e nobile impiego deii’In-
telletto umano ognun dee conoscere, che è il rintracciare la Verìtà
e la natura delle cose; e quand’anche non venga fatto all’Uomo di
scoprire il Certo, può almen venirgii piacere e gloria dal trovare.
ciò che più fi accosta al Vero. Bisogna consessar la nostra impoten-
za èd ignoranza, Giò ha iasciato troppe cose nella ioro cscuritk, vi
st man-