DELLA FANTASIA UMANA. n9
la salsita, e insusTistenza delle quali non bada allora rAnima; e puè'
soiamente riconosceria, da che la Mente alzandosi sopra la Fantasia,
e tornata per cosi dire in sè, scuopre quai deiirj le facea commet-
tere l’ aitra Potenza. Sogni di chi veglia noi sogiiam ehiamare que-
sìe scappate della nostra Fantasia. Tanto pià questo accade nel So-
gno. Mancante aliora ia Mente dei libero esercizio della Voionta e
dei Giudizìo, dìvien aiiora come serva delia Fantasia, unendosi seco
a mettere in azione e in ragionamenti quelie Figurette, ma senza
poter discernere il Vero o il Faiso di quel Romanzo; ii che è ri°
Ìerbato ail’Anima di fare, subito che con cessare ii Sonno, essa ìibe?
ra da que’ceppi ripigiia la sua autoritk e avvedutezza. Noi vedrem©
sra poco essere i’Anima costretta a far ben peggio ne’Deiiranti, ne
Pazzi, e negli Ubbriachi. E se la Mente nel Sogno non può discer-
nere la vanita di que’Fantasmi, nè come la Fantasia la trasporti or
qua or la con si sregolati salti: non resta piu luogo a noi di mara-
vigliarci, perchè essa Mente intervenendo ai Sogni, non ne ravvist
e non ne impedisca i disordini e gli spropositi. Questi nascono dalla
Fantasia e non da lei. Quel che c’è di buono e di grazìoso ne’So-
gni, viem dali’AFÙma; gli sconcerti e il ridicolo dalla Fantasia. Per
chi poi è avvezzo a ben pariare ne’samiiiari ragionamenti, e a com-
porre in versi: non è còsa difficile, che presti delle buone parlate a
quell’interna Gommedia, e gli scappi ancora compofto qualche ver-
so. Ma conviene in fine conchiudere, che i’ Anima di chi sogna non
può liberamente esercitare allora ii Giudizio, perchè mira le sole
Idee, che a lei presenta a suo talento la Fantasia; nè ha forza dì
scegiierne deil’ aitre per considerarle tutte, come fa vegliando. E quan-'
tunque possa sormar qualche raziocinio su quelle Immagini, che le
van saiteilando davanti : pure perchè non può valersi di altre neces-
sarie per ravvisar la Verità e le Relazioni delle cose; perciò troppo»
le manca per poterne rettamente giudicare 0
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la salsita, e insusTistenza delle quali non bada allora rAnima; e puè'
soiamente riconosceria, da che la Mente alzandosi sopra la Fantasia,
e tornata per cosi dire in sè, scuopre quai deiirj le facea commet-
tere l’ aitra Potenza. Sogni di chi veglia noi sogiiam ehiamare que-
sìe scappate della nostra Fantasia. Tanto pià questo accade nel So-
gno. Mancante aliora ia Mente dei libero esercizio della Voionta e
dei Giudizìo, dìvien aiiora come serva delia Fantasia, unendosi seco
a mettere in azione e in ragionamenti quelie Figurette, ma senza
poter discernere il Vero o il Faiso di quel Romanzo; ii che è ri°
Ìerbato ail’Anima di fare, subito che con cessare ii Sonno, essa ìibe?
ra da que’ceppi ripigiia la sua autoritk e avvedutezza. Noi vedrem©
sra poco essere i’Anima costretta a far ben peggio ne’Deiiranti, ne
Pazzi, e negli Ubbriachi. E se la Mente nel Sogno non può discer-
nere la vanita di que’Fantasmi, nè come la Fantasia la trasporti or
qua or la con si sregolati salti: non resta piu luogo a noi di mara-
vigliarci, perchè essa Mente intervenendo ai Sogni, non ne ravvist
e non ne impedisca i disordini e gli spropositi. Questi nascono dalla
Fantasia e non da lei. Quel che c’è di buono e di grazìoso ne’So-
gni, viem dali’AFÙma; gli sconcerti e il ridicolo dalla Fantasia. Per
chi poi è avvezzo a ben pariare ne’samiiiari ragionamenti, e a com-
porre in versi: non è còsa difficile, che presti delle buone parlate a
quell’interna Gommedia, e gli scappi ancora compofto qualche ver-
so. Ma conviene in fine conchiudere, che i’ Anima di chi sogna non
può liberamente esercitare allora ii Giudizio, perchè mira le sole
Idee, che a lei presenta a suo talento la Fantasia; nè ha forza dì
scegiierne deil’ aitre per considerarle tutte, come fa vegliando. E quan-'
tunque possa sormar qualche raziocinio su quelle Immagini, che le
van saiteilando davanti : pure perchè non può valersi di altre neces-
sarie per ravvisar la Verità e le Relazioni delle cose; perciò troppo»
le manca per poterne rettamente giudicare 0
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