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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Editor]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0049

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PREFAZIONE.

XXXIX

le voci in questo Spoglio raccolte appartengono alle Arti.
E a me pare di poter rispondere, che se alcune, prese
una per una da sè, isolate, sono comuni, e non proprie
dell' Arte, acquistano però il valore e il significato tecnico
dall' uso e dalla compagnia che hanno nel testo. — I ri-
mandi ad altre parole, voglion dire che in quelle si tro-
vano nuovi esempi da aggiungere agli altri.
XXI. Alberello genealogico de' Cellini. Ho messo in-
sieme la genealogia de'Cellini parte coi documenti che
già sono a stampa, e parte colle Portate del Catasto esi-
stenti in questo R. Archivio centrale di Stato, e parte,
infine, coi documenti che sono nell' Archivio de' Buono-
mini di San Martino, dove per cortesiadi quegli onorevoli
signori, nei primi del 1836, potei far alcune ricerche tra
le carte celliniane venute a quella pia istituzione per
lascio fattole da Iacopo Maccanti, figliuolo della Mad-
dalena di Benvenuto Cellini, nella quale questa casata
si spense.
XXII. Non posso chiudere questo ormai lungo di-
scorso, senza tornare all'Oreficeria, e chiedere agli odierni
orafi nostri in qual conto essi tengano 1' artistica eredità
lasciata loro, non che da altri, da Benvenuto Cellini; che
cosa essi adoperino, non dirò per accrescere, ma per conser-
vare almeno il patrimonio di tante e sì belle cognizioni da
lui legato a'suoi successori in quest'arte; qual pregio essi
facciano de' suoi esemplari; qual gratitudine gli abbiano?
Della bella Oreficeria non rimane se non i vocaboli, che'
sono, in gran parte, quelli stessi che a' tempi del Cellini
andavan per l'arte, e ne'suoi Trattati s'incontrano, co'quali
tra' vecchi si continua anch' oggi di chiamare certi stru-
menti e certi lavori.45 Ma dov'è quell' intelletto d'arte, quel-
l'universale cognizione negli artefici, dove quel sentimen-
to, quella invenzione, che gli orafi antichi resero veri arti-
sti e famosi? Dove è quel disegno, quel gusto, quella
 
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