LYI
PREFAZIONE. — NOTE.
» tura in un sol lato; come , per lo contrario, la scultura da tutte le
» bande si vede et si tocca, conoscendo le superficie et piana et
» solida; et della (sic) scultura non può venir meno per molta età. »
Così scriveva il Lioni a Don Ferrante Gonzaga verso il 1549. Questa
lettera fu stampata da Giuseppe Campori nel libro: Gli artisti ita-
liani e stranieri negli Stati Estensi; Modena, tipografìa della R. D.
Camera, 1855, in-8.
27 Egli scrive dalla villa ducale di Castello a' 15 di febbraio 1546
(s. c. 1547).
28 11 che dice anche il Cellini, come vedremo qui appresso.
-9 A facce 97 delle Due Lesioni ec., già citate.
50 Leggesi stampato qui sopra a pag. 215-219.
31 Può leggersi da pag. 229 a 253 del presente volume.
32 Data da Firenze, a' 28 di gennaio 1546. Essa è riprodotta in
questo volume sotto il n° VI delle Lettere e Suppliche.
33 Vedi tra le sue Poesie stampate in questo volume quelle dal
n° I al n° XIV.
34 Nella sua lettera al Varchi, che è tra quelle risguardanti a
tale disputa, stampate in line delle citate Due legioni ec.
35 La lettera del Buonarroti è scritta da Roma; ma non ha nè
mese nè anno, che però non debbono esser lontani dal febbraio
del 1547. Essa è l'ultima tra le alligate alle Due Lezioni ec. del
Varchi.
56 Più di trent'anni dopo, anche Raffaello Borghini volle tenere ra-
gionamento di cotal disputa nel libro primo del suo Riposo, per bocca
di quegli stessi interlocutori de'suoi dialoghi, che sono Bernardo Vec-
chietti, Ridolfo Sirigatti, Baccio Valori e Girolamo Michelozzi. Parla
principalmente il Valori. Egli da prima espone le dieci ragioni con
cui gli scultori si sforzano di provare sé esser più nobili dei pitto-
ri; e poi mette le risposte che ad essi fanno i pittori, e le ragioni
ch'e'soggiungono in lor favore. In secondo luogo, viene a dir la pro-
pria sentenza: nel che non si discosta punto, così nella qualità delle
ragioni come nell'ordine e nel modo, e sin anco nelle parole, da ciò
che aveva detto il Varchi nella sua Lezione, la quale può dirsi qui
compendiata e ristretta in più brevi termini. — Quattro anni appresso
il Borghini, Giovan Paolo Lomazzo, a,cui era noto il rumore fattosi
per tal questione, nel Proemio al suo Trattato della Pittura credette
necessario di dichiarare qual fosse la sentenza sua intorno a questa
contesa. Egli non dice cose nuove, ma le stesse ragioni recate dal
Varchi; che, cioè, la Pittura e la Scultura si contengono sotto una
medesima arte, nè si possono chiamare differenti tra sè essenzial-
mente, perciocché l'una e l'altra tra sè sono essenzialmente eguali,
PREFAZIONE. — NOTE.
» tura in un sol lato; come , per lo contrario, la scultura da tutte le
» bande si vede et si tocca, conoscendo le superficie et piana et
» solida; et della (sic) scultura non può venir meno per molta età. »
Così scriveva il Lioni a Don Ferrante Gonzaga verso il 1549. Questa
lettera fu stampata da Giuseppe Campori nel libro: Gli artisti ita-
liani e stranieri negli Stati Estensi; Modena, tipografìa della R. D.
Camera, 1855, in-8.
27 Egli scrive dalla villa ducale di Castello a' 15 di febbraio 1546
(s. c. 1547).
28 11 che dice anche il Cellini, come vedremo qui appresso.
-9 A facce 97 delle Due Lesioni ec., già citate.
50 Leggesi stampato qui sopra a pag. 215-219.
31 Può leggersi da pag. 229 a 253 del presente volume.
32 Data da Firenze, a' 28 di gennaio 1546. Essa è riprodotta in
questo volume sotto il n° VI delle Lettere e Suppliche.
33 Vedi tra le sue Poesie stampate in questo volume quelle dal
n° I al n° XIV.
34 Nella sua lettera al Varchi, che è tra quelle risguardanti a
tale disputa, stampate in line delle citate Due legioni ec.
35 La lettera del Buonarroti è scritta da Roma; ma non ha nè
mese nè anno, che però non debbono esser lontani dal febbraio
del 1547. Essa è l'ultima tra le alligate alle Due Lezioni ec. del
Varchi.
56 Più di trent'anni dopo, anche Raffaello Borghini volle tenere ra-
gionamento di cotal disputa nel libro primo del suo Riposo, per bocca
di quegli stessi interlocutori de'suoi dialoghi, che sono Bernardo Vec-
chietti, Ridolfo Sirigatti, Baccio Valori e Girolamo Michelozzi. Parla
principalmente il Valori. Egli da prima espone le dieci ragioni con
cui gli scultori si sforzano di provare sé esser più nobili dei pitto-
ri; e poi mette le risposte che ad essi fanno i pittori, e le ragioni
ch'e'soggiungono in lor favore. In secondo luogo, viene a dir la pro-
pria sentenza: nel che non si discosta punto, così nella qualità delle
ragioni come nell'ordine e nel modo, e sin anco nelle parole, da ciò
che aveva detto il Varchi nella sua Lezione, la quale può dirsi qui
compendiata e ristretta in più brevi termini. — Quattro anni appresso
il Borghini, Giovan Paolo Lomazzo, a,cui era noto il rumore fattosi
per tal questione, nel Proemio al suo Trattato della Pittura credette
necessario di dichiarare qual fosse la sentenza sua intorno a questa
contesa. Egli non dice cose nuove, ma le stesse ragioni recate dal
Varchi; che, cioè, la Pittura e la Scultura si contengono sotto una
medesima arte, nè si possono chiamare differenti tra sè essenzial-
mente, perciocché l'una e l'altra tra sè sono essenzialmente eguali,