PREFAZIONE. — NOTE. LYII
come quelle che intendono ad uno stesso fine, qual è quello di raffi-
gurare agli occhi nostri 'le sostanze individue; e così l'una come l'al-
tra egualmente si affatica di rappresentare la bellezza, il decoro, il
moto e i contorni delle cose.
37 Questo frammento fu stampato primieramente nella edizione
dei Trattati fatta dai Tartini e Franchi, sopra il proprio autografo
comunicato all'editore dal senatore Carlo di Tommaso Strozzi, che
oggi si conserva con le altre carte celliniane nella R. Biblioteca Pa-
latina.
38 Tra le lettere smarrite, sopra ogn'altra importantissima doveva
esser quella scritta intorno al 1545, a Francesco I di Francia, della
quale fa ricordo il Cellini stesso nella Vita, con queste parole: « Mes-
» somi a scrivere, empiei nove fogli di carta ordinaria; e in quelli
» narrai tritamente tutte l'opere che io avevo fatte, e tutti gli
» accidenti che io avevo auti in esse, e tutta la quantità de'danari
» ches'erano ispesi indette opere ec.» (Pag.393.) Il benemerito Molini
si mise con ogni ardore a far ripetute ricerche di questa lettera così
nelle Biblioteche come negli Archivi di Parigi; ma inutilmente. Si
legga la prefazione ai suoi Documenti di storia italiani; Firen-
ze 1856-57, vol. 2 in-8.
39 « Mio padre.... aveva un poco di vena poetica stietta, con al-
» quanto di profetica; chè questo, certo, era divino in lui. » {Vita,
pag. 12.) Quando, nel 1512, i Medici ritornarono in patria, e nell'ar-
me loro,sopra la quale era stata dipinta la croce rossa, insegna del Co-
mune, furono rimesse le palle, Giovanni Cellini fece questo epigramma,
che fu letto da tutto Firenze:
Quest' arme , che sepolta è stata tanto
Sotto la santa croce mansueta,
Mostr' or la faccia gloriosa e lieta,
Aspettando di Pietro il sacro ammanto.
Questo era l'unico saggio che s'avesse del modo di poetare di
Giovanni Cellini. Altri versi di lui non si conoscono, tranne il sonetto
sulla Medicina, che si trova autografo a carte 138 del Codice Riccar-
diano N° 2353, il quale, come inedito, stimo bene di mettere in luce :
La Medicina è fatta con ragione.
Avicenna, Ipocrate e Galieno
Hanno fatto '1 bilancio , e molto pieno ;
Ma e' non derno 'l bilancio alle persone.
Quand' a sanar un corpo si compone,
Non lo può far, perchè, o più o meno,
Avvien ch' e corpi ponderati sieno;
E perciò falla chi sanar prepone.
come quelle che intendono ad uno stesso fine, qual è quello di raffi-
gurare agli occhi nostri 'le sostanze individue; e così l'una come l'al-
tra egualmente si affatica di rappresentare la bellezza, il decoro, il
moto e i contorni delle cose.
37 Questo frammento fu stampato primieramente nella edizione
dei Trattati fatta dai Tartini e Franchi, sopra il proprio autografo
comunicato all'editore dal senatore Carlo di Tommaso Strozzi, che
oggi si conserva con le altre carte celliniane nella R. Biblioteca Pa-
latina.
38 Tra le lettere smarrite, sopra ogn'altra importantissima doveva
esser quella scritta intorno al 1545, a Francesco I di Francia, della
quale fa ricordo il Cellini stesso nella Vita, con queste parole: « Mes-
» somi a scrivere, empiei nove fogli di carta ordinaria; e in quelli
» narrai tritamente tutte l'opere che io avevo fatte, e tutti gli
» accidenti che io avevo auti in esse, e tutta la quantità de'danari
» ches'erano ispesi indette opere ec.» (Pag.393.) Il benemerito Molini
si mise con ogni ardore a far ripetute ricerche di questa lettera così
nelle Biblioteche come negli Archivi di Parigi; ma inutilmente. Si
legga la prefazione ai suoi Documenti di storia italiani; Firen-
ze 1856-57, vol. 2 in-8.
39 « Mio padre.... aveva un poco di vena poetica stietta, con al-
» quanto di profetica; chè questo, certo, era divino in lui. » {Vita,
pag. 12.) Quando, nel 1512, i Medici ritornarono in patria, e nell'ar-
me loro,sopra la quale era stata dipinta la croce rossa, insegna del Co-
mune, furono rimesse le palle, Giovanni Cellini fece questo epigramma,
che fu letto da tutto Firenze:
Quest' arme , che sepolta è stata tanto
Sotto la santa croce mansueta,
Mostr' or la faccia gloriosa e lieta,
Aspettando di Pietro il sacro ammanto.
Questo era l'unico saggio che s'avesse del modo di poetare di
Giovanni Cellini. Altri versi di lui non si conoscono, tranne il sonetto
sulla Medicina, che si trova autografo a carte 138 del Codice Riccar-
diano N° 2353, il quale, come inedito, stimo bene di mettere in luce :
La Medicina è fatta con ragione.
Avicenna, Ipocrate e Galieno
Hanno fatto '1 bilancio , e molto pieno ;
Ma e' non derno 'l bilancio alle persone.
Quand' a sanar un corpo si compone,
Non lo può far, perchè, o più o meno,
Avvien ch' e corpi ponderati sieno;
E perciò falla chi sanar prepone.