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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Hrsg.]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0122

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DELL' OREFICERIA.

cono a quella bella forma che di poi e' dimostrano, cioè
in tavola, a faccette, e in punta. Di questa sorte di gioie,
cioè diamanti, e' non se ne può conciare uno per volta,
perchè gli è di necessità conciarne dua alla volta, rispetto
per essere questa tanto maravigliosa durezza, e non
avendo cosa nessuna superiore nè che la possa mordere,
però gli è di necessità pigliar dua diamanti; e tanto si
soffrega 1' uno all' altro, che a questo modo facendo ei si
mordono, e dassi loro quella forma che al buon concia-
tore pare di poter fare di essi: e di quella polvere che
dei detti diamanti soffregandosi casca, con questa stessa
e' si dà loro il resto di quella bella forma che poi si vede.
Si mettono in su una ruota d' acciaio legati i detti dia-
manti in certi tassellini di piombo e stagno, di poi son
tenuti con certe tanagliette fatte a posta, con quella lor
polvere mescolata con olio. La ruota d' acciaro, dove i
detti diamanti si finiscono di conciare, si fa grossa un
dito, e larga quanto apre una mana, et è d' acciaio finis-
simo, e fatto a tutta tempera. E questa ruota è ferma in
sur un mulino, e con grandissima violenzia quella gira, et
in su detta ruota vi si accomoda da più diamanti, come s'è
dire quattro o cinque, insino in sei; et in su quella tana-
glia, dove e' son fermi, si mette un peso assai gagliardo,
il qual peso aggrava il diamante in su la ruota, per dar
più occasione a quella sua polvere detta che lo consumi; e
così si finisce. Io direi distintamente e bene tutto il modo
del conciarli; ma perchè la non è la mia professione, io non
mi vi ci voglio affaticare: a me basta averne dato un poco
di bozza, la qual mi serve al mio proposito. Al qual propo-
sito, io ritorno a dire del bel modo che si tingono e' dia-
manti, legandoli in oro, e le differenzie che è dall' uno
all' altro mediante la diversità de' sopradetti colori. E
con tutto che sien tanto diversi di colori 1' uno dall' al-
tro, questo non gli impedisce a quella lor inistimabile
 
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