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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Editor]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0157

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CAPITOLO XII.

87

tutti di mio argento, e mia. E maggiormente vi lasciai
tutto il fiore dei miei studi di venti anni fatti in Roma,
e tutto il guarnimento della mia ricca casa, quale era
tale che io poteva alloggiare e trattenere ogni onorato
signorotto e gentiluomo. Essendo il vescovo di Pavia1
giunto in Parigi, com' io lo seppi, io lo levai dall' oste-
ria, e dettigli nel mio castello una abitazione, cioè un
gran casotto, per quanto ei volse. Sarebbe troppo se io
volessi contare tanti degli altri simili, a chi io feci cor-
tesia. Sol dico che il venire in Italia non fu per altra
causa, se non per fare una elemosina a sei mie povere
nipotine, figliuole d' una mia sorella carnale, le quali io
tutte a sei dotai, subito che io fui giunto.2 Di poi, innanzi
che io mi partissi della Italia, andai a trovare il felicis-
simo e fortunatissimo mio signore il duca Cosimo de'Me-
dici, solo per baciargli le mani, e con la suabuona grazia
mi ritornare in Francia. Questo benigno signore mi fece
tanta grata accoglienza, quanta immaginar si possa al
mondo, et appresso mi richiese che io gli facessi un mo-
delletto d' una figura d' un Perseo, con la testa di Me-
dusa in mano, dicendomi che quella tale statua egli la
voleva collocare dentro a un arco della sua gran loggia
della sua piazza. Per la qual cosa mosso io da una ambi-
zione d' onore, e da me, dissi: « Adunque quest' opera an-
drà nel mezzo in fra una di Michelagnolo et una di Do-
nato, i quali uomini hanno di virtù superato gli antichi?
Adunque, che maggiore tesoro poss'io desiderare che es-
sere messo in fra questi dua sì grand' uomini? » E perchè
io mi sentivo d' essermi affaticato molto grandemente in
negli studi di queste arte, certo mi promessi che 1' opera
4 Giangirolamo de' Rossi. Vedi Vita, pag. 272 e 552.
2 Di qui, sino alle parole con salda intenzione di non mai più scri-
vergli, fu pubblicato dal Gamba, e forma il VII dei Racconti del Cellini,
ristampato dal Tassi, III, 299-501.
 
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