CAPITOLO XII.
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avevo posto a sedere in su una conchiglia, cioè un nic-
chio marittimo, fatto in forma di trionfo, con i sua quat-
tro cavagli marittimi, i quali erano cavalli dal mezzo in-
nanzi, e pesci dal mezzo indreto; et al detto Nettunno in
nella mano dritta avevo posto il suo tridente, et in nella
mano manca con tutto il suo braccio lo facevo appoggiare
sopra una barca ricchissimamente lavorata; i quai lavori
si erano certe battagliette di mostri marini minutamente
e diligentissimamente fatti: questa barca si era fatta per
commodità del sale. A rincontro al detto Nettunno, io
avevo fatto una figura femmina, della medesima gran-
dezza del mastio, tutta di rilievo, tonda in nel medesimo
modo che era il detto mastio; e mi ero accommodato che
le gambe del mastio e della femmina con bellissima grazia
d' arte entravano 1' una in nell' altra, una stesa e 1' altra
raccolta, che figurava il monte et il piano della terra. Et
in mano alla detta figura avevo accomodato un tempietto
riccamente lavorato, di ordine ionico, nel quale si met-
teva il pepe, e nella sua destra mano avevo posto un cor-
nocopia ricchissimo di foglie, frutti e fiori: e nella parte
della terra io dimostravo alcuni belli animaletti terrestri,
et in quella del mare facevo scoprire in fra l'onde alcuna
sorte di bellissimi pesci. Di poi avevo fatto nella grossezza
del detto ovato un partimento di otto zane, nelle quale
avevo figurato la Primavera, la State, lo Autunno et il
Verno; nelle altre quattro si era figurato l'Aurora, il
Giorno, Crepusco e la Notte; et avevo tal vano di opera
ripieno tutto di legno d'ebano, del quale non si mostrava
se non un piccolo nastrettino sotto, che per esser nero
gli dava buona grazia. Di poi 1' avevo posta in su quattro
pallottole d' avorio, di una accommodata grandezza, e
queste io 1' avevo nascoste un poco poco più che mezze
nel detto ebano, et avevole assettate di sorte che le si gi-
ravano nelle lor casse; di modo che posato la saliera in
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avevo posto a sedere in su una conchiglia, cioè un nic-
chio marittimo, fatto in forma di trionfo, con i sua quat-
tro cavagli marittimi, i quali erano cavalli dal mezzo in-
nanzi, e pesci dal mezzo indreto; et al detto Nettunno in
nella mano dritta avevo posto il suo tridente, et in nella
mano manca con tutto il suo braccio lo facevo appoggiare
sopra una barca ricchissimamente lavorata; i quai lavori
si erano certe battagliette di mostri marini minutamente
e diligentissimamente fatti: questa barca si era fatta per
commodità del sale. A rincontro al detto Nettunno, io
avevo fatto una figura femmina, della medesima gran-
dezza del mastio, tutta di rilievo, tonda in nel medesimo
modo che era il detto mastio; e mi ero accommodato che
le gambe del mastio e della femmina con bellissima grazia
d' arte entravano 1' una in nell' altra, una stesa e 1' altra
raccolta, che figurava il monte et il piano della terra. Et
in mano alla detta figura avevo accomodato un tempietto
riccamente lavorato, di ordine ionico, nel quale si met-
teva il pepe, e nella sua destra mano avevo posto un cor-
nocopia ricchissimo di foglie, frutti e fiori: e nella parte
della terra io dimostravo alcuni belli animaletti terrestri,
et in quella del mare facevo scoprire in fra l'onde alcuna
sorte di bellissimi pesci. Di poi avevo fatto nella grossezza
del detto ovato un partimento di otto zane, nelle quale
avevo figurato la Primavera, la State, lo Autunno et il
Verno; nelle altre quattro si era figurato l'Aurora, il
Giorno, Crepusco e la Notte; et avevo tal vano di opera
ripieno tutto di legno d'ebano, del quale non si mostrava
se non un piccolo nastrettino sotto, che per esser nero
gli dava buona grazia. Di poi 1' avevo posta in su quattro
pallottole d' avorio, di una accommodata grandezza, e
queste io 1' avevo nascoste un poco poco più che mezze
nel detto ebano, et avevole assettate di sorte che le si gi-
ravano nelle lor casse; di modo che posato la saliera in
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