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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Editor]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0185

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CAPITOLO XIV.

115

Non voglio mancare di non finir di dirti quel che pri-
ma io ti promessi, quando io dissi che gli antichi non fe-
ciono mai bene le monete. La causa si era che loro le inta-
gliavano con i ferruzzi che adoperano gli orefici, i quali si
domandano bulini, ciappolette, cesellini: questa a loro era
una dificultà grandissima. E perchè le zecche adoperano
assai di questi ferri, cioè pile e torselli, e perchè io ti
ho sempre promesso, benignissimo lettore, di darti qual-
che esemplo, acciò che con più sicurtà tu sappi che io
bene ne so ragionare, dico che fu tal giorno, quando io
facevo le stampe a papa Clemente in Roma, che mi fu di
necessità di stampare trenta di questi ferri, cioè pile e
torselli, che avendoli avuti a fare in nel modo che li fa-
cevano gli antichi, e' non se ne sarebbe potuto fare dua
in tutto un giorno, e manco non sarebbono stati bene a
gran presso come stavano questi; imperò gli antichi era
loro di necessità di avere assai quantità di questi inta-
gliatori, i quali non potevano far bene, se bene gli aves-
sino voluto, non avendo trovato la sopradetta facilità.
Ora ti parlerò delle medaglie, le quali i detti antichi fe-
ciono in superlativo grado bene; e quel che si è mancato
di dire sopra le monete, con facilità si potrà intendere
per quei modi che noi insegneremo nelle medaglie; di
sorte che con 1' uno e con 1' altro benissimo si potrà in-
tendere.

XV.
DELLE MEDAGLIE.
Di queste belle opere noi mostrerremo il modo che
usavano gli antichi, et appresso a questo diremo il modo
che abbiamo usato noi. Per quel che noi possiamo ri-
 
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