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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Hrsg.]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0263

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CAPITOLO IV.

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sienie con la grande stracchezza che egli faceva per vincer
cotal pugna, che se io non riparavo e'cascava morto cer-
tissimo. Ma io subito feci portare un gran boccale di
vino eccellentissimo, sì perchè 1' opera mia non portava
il pericolo sopradetto del Perseo, e perchè io servivo il
più mirabil re del mondo, dove non era tenuto conto
della meschinità di cotai spese, per grandissime che le
fussino; et al vecchio che piangeva io mescei un gran bic-
chieri di vino, e per amor suo dissi che lo beevo, et al-
trettanto subito ne porsi di mia mano a lui, e gli dissi:
« Mio padre, beete, perchè qui è entrato in questo fornello
un diavolo, il quale c' impedisce; lasciamolo stare dua
giorni tanto che gli verrà a noia, e da poi verremo voi
et io qui, e con tre ore di fuoco noi faremo venire questo
metallo strutto come burro, senza una fatica al mondo.
Questo buon vecchio bevve, et appresso io gli porsi alcune
cose piacevoli da mangiare, e questi si erano pasticci
fatti con buone vivande con il pepe; e così lo feci raffib-
biare quattro volte di quei gran bicchieroni. Questo era
uomo grande più che 1' ordinario assai, et era amorevo-
lissimo; e per le carezze che io gli feci, e con quella
virtù del vino, io lo veddi piangere altretanto per letizia,
sì come gli aveva fatto prima per dolore. Di poi ritorno
il determinato giorno, e la terra che aveva ripreso i sua
fummi e svaporati, e la fornacetta era stagionatissima e
ben cotta, in due ore si fendè mille cinquecento libbre
di metallo, con il quale io finii di empiere una certa parte
che era mancata al mio mezzo tondo della Fontana Be-
liò. Così dico che si deve cuocer bene il fornello, et alle
bocche dove si mette il metallo si deve fare dua sportel-
letti di pietra morta, ne' quali sportelli si fa in ciascuno
dua buchi larghi un dito e mezzo 1' uno, e quattro dita
lontani 1' uno dall' altro, e quali servono a mettervi una
forchetta fatta a proposito di ferro, con la quale volta per
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