IÓ2 D E L L E F O R Z E
£ìa, che sono i maggiori disordini, che accadono nei Corpo umano
conservante la vita, l’Occhio non vede, la Fantasia resta in bujo:
ma perciò lasciano essi, e le lor facolta dÌ sussillere? Chiara cola è,
che tolto l’impedimento, i’Occhio esercita la vista, e che si osser-
varjo nelia Fantasia Ìe Immagini ed Idee, che prima v’erano im-
presse; e l’ Anima come prirna continua i’esercizio delie sue Facol-
ta. Quel sclo, Che potrebbe qui pretendere un Epicureo, sarebbe d*
inferìrè, che se i’Ànima abbisogna de’Sensi, o almen deiia Fanta-
Ca, per far le sue funzioni, segregata dai Corpo non potrà pensare,
intendere, e yoiere. E che sara mai questa creduta Sossanza, quan-
do jsia ridotta in un taie ssato? Ma se costuì non ardirà di negare
r Esistenza di Dìo; se possa cotal Verità, conoscerà, che Dio ha da
essere Rimuneratore, siccome convien confesiare: dica egli di grazia,
se mancherà maniera a queli’ Essere si Buono e Potente di premiar
F Anime buone, con supplìre ii difetto della Fantasia, e provveder
colia sua beatifìca visione tutte quelìe Idee, che occorrono ad uno
Spirito per sentire e conoscere ia somma sua felicità, e per intende-
re tal quak è? Sarebbe un’enorme bestemmia il negare in Dio que-
ifa Potenza e Volontà. II veder Dio altro sarà, che valersi della
nostra Fantasia. li veder Dio sarà tutto. E tanto più sarebbe ciò
sacile da intendere, se si potesse sostenere l’Opinione del P. Male-
branche, cioè che i’Anima nostra anche imprigionata nei Gorpo non
vede le cose se non in Dio.
Datemi dunque una persona, che con cuore disinteressato cerchi
la Verità, e sappia meditare. Troverà essa, che non han sorza le
addotte obiezioni dell’ Epicureo Lucrezio. Per lo contrario quanto
più esaminerà ie Facoltà ed operazioni deli’Anima umana, cioè la
sua mirabile Intelligenza, e il Defpotismo, e Libero Arbitrio delia
sua Volontà: dei che non si saprà mai concepire capacità nella Ma-
teria, o sia nei Gorpo: verrà tanto più a convincere se stesso, che
per necessità ss ha da ammettere unito al Gorpo uno Spirito diverso
dalia Materia; e benchè intimamente unito ad essa, pure sussistente
da per sè; e taie, che solamente la Volontà di Dio può distrugger*
lo, ma nol vorrà mai distruggere per le ragioni di sopra allegate,
Dalla considerazione appunto delle maravigliose sorze ed operazioni
deis Anima dedusse Platone la di lel Immortalità, come osservò Lat<*
tanzio Firmiano (a). Ma gl’increduli non si quietano, e per attestato
di Cicerone (b) impontano contra di queste ragtoniy continurmdo n 'vo-
ler
(a) Dìvin. Inst. Lib. VII. Cap. VIIL
(b) Tuscul. Quaest* Lib* I»
£ìa, che sono i maggiori disordini, che accadono nei Corpo umano
conservante la vita, l’Occhio non vede, la Fantasia resta in bujo:
ma perciò lasciano essi, e le lor facolta dÌ sussillere? Chiara cola è,
che tolto l’impedimento, i’Occhio esercita la vista, e che si osser-
varjo nelia Fantasia Ìe Immagini ed Idee, che prima v’erano im-
presse; e l’ Anima come prirna continua i’esercizio delie sue Facol-
ta. Quel sclo, Che potrebbe qui pretendere un Epicureo, sarebbe d*
inferìrè, che se i’Ànima abbisogna de’Sensi, o almen deiia Fanta-
Ca, per far le sue funzioni, segregata dai Corpo non potrà pensare,
intendere, e yoiere. E che sara mai questa creduta Sossanza, quan-
do jsia ridotta in un taie ssato? Ma se costuì non ardirà di negare
r Esistenza di Dìo; se possa cotal Verità, conoscerà, che Dio ha da
essere Rimuneratore, siccome convien confesiare: dica egli di grazia,
se mancherà maniera a queli’ Essere si Buono e Potente di premiar
F Anime buone, con supplìre ii difetto della Fantasia, e provveder
colia sua beatifìca visione tutte quelìe Idee, che occorrono ad uno
Spirito per sentire e conoscere ia somma sua felicità, e per intende-
re tal quak è? Sarebbe un’enorme bestemmia il negare in Dio que-
ifa Potenza e Volontà. II veder Dio altro sarà, che valersi della
nostra Fantasia. li veder Dio sarà tutto. E tanto più sarebbe ciò
sacile da intendere, se si potesse sostenere l’Opinione del P. Male-
branche, cioè che i’Anima nostra anche imprigionata nei Gorpo non
vede le cose se non in Dio.
Datemi dunque una persona, che con cuore disinteressato cerchi
la Verità, e sappia meditare. Troverà essa, che non han sorza le
addotte obiezioni dell’ Epicureo Lucrezio. Per lo contrario quanto
più esaminerà ie Facoltà ed operazioni deli’Anima umana, cioè la
sua mirabile Intelligenza, e il Defpotismo, e Libero Arbitrio delia
sua Volontà: dei che non si saprà mai concepire capacità nella Ma-
teria, o sia nei Gorpo: verrà tanto più a convincere se stesso, che
per necessità ss ha da ammettere unito al Gorpo uno Spirito diverso
dalia Materia; e benchè intimamente unito ad essa, pure sussistente
da per sè; e taie, che solamente la Volontà di Dio può distrugger*
lo, ma nol vorrà mai distruggere per le ragioni di sopra allegate,
Dalla considerazione appunto delle maravigliose sorze ed operazioni
deis Anima dedusse Platone la di lel Immortalità, come osservò Lat<*
tanzio Firmiano (a). Ma gl’increduli non si quietano, e per attestato
di Cicerone (b) impontano contra di queste ragtoniy continurmdo n 'vo-
ler
(a) Dìvin. Inst. Lib. VII. Cap. VIIL
(b) Tuscul. Quaest* Lib* I»