Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna (4.1858)

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nè come vi sì introducesse il liquore, non avendo nessuna
apertura. Anche a noi diede difficoltà a capirlo fino a che
non ne fecimo la prova. Il suo fondo essendo curvo e fatto
a modo d'imbuto che poi si piega internamente, faceva in
modo che calando direttamente il liquido si spargesse nel
cavo delle pareti le quali sono in diretta comunicazione col
becco da cui doveva uscire nel piegarlo. In questo modo
tanto nelF introdursi o nelT estrarsi il liquore veniva pu-
rificato da qualunque melma.

L' uso di questi vasetti era per recipiente di cose bal-
samiche che facevansi gocciolare sopra i cadaveri allorché
li collocavano nelle tombe, e perciò detti dai latini gut-
tarium (i). Ne possediamo molti di altra forma, i quali
servivano per lo stesso uso, nè solamente erano comuni a
Tharros, ma ad altre città antiche della Sardegna, perchè
se ne sono trovati nel Sulcis ed in Olbia, anzi uno di fre-
sco ne abbiamo avuto di regalo dal Teol. Coli. E. Cerno,
che fu trovato in Paulilatino. Se ne trovarono pure isto-
riati con figure egizie dei quali parleremo in altro luogo
adducendo i rispettivi disegni.

G. Spano

SARDEGNA SACRA E LE ANTICHE DIOCESI

f Cu miri alla pag. 11 )

OTTANA

Da questa Diocesi principiavano quelle del capo superiore
dell'Isola, le quali, sebbene in meno fossero di estensione

(l) Il dello Avellino vorrebbe classificare questo gutlario tra i colaluj in gr,,
illuni. Oppure appellarlo konis che KsIcilio spirga per piccola idria (idriski)
per la forma conica che ha nella parte interna come una specie A' imbuto: ma
non lo può indicare nella sua forma esterna,, nel qual caso si potrebbe caratte-