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Martini, P.: Codice cartaceo di Castelgenovese, e l'antice città di Plubium
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.10809#0046
codice cartaceo di cas telgenovese,
e l' antica citta' di plub1um.
E inutile il parlare dei grandi progressi degli studj ar-
cheologici in quest'isola, quando questo Bullettino, che ora
e entrato nel quarto anno di sua vita, ne è una prova lu-
minosissima. Ma questi progressi se da un canto si deb-
bono alle discoperte antichità di Tharros, all' ardore che
dovunque si mostra nell' isola per dissotterrare gli avanzi
della vetusta età, agli indefessi studj dei pochi cultori della
scienza archelogica, dall' altro canto procedono, in non
poca parte, dalle preziose Pergamene, e dai pur preziosi
Codici cartacei d'Arborea che formano 1' ornamento migliore
della Biblioteca Cagliari tana.
A questi documenti di storia patria si aggiungono quelli
che venivano acquistati dal mio amico e collega Gan. Gio-
vanni Spano. Già in questo stesso Bullettino (An. Ili p. i52.)
diedi conto di due preziosi fogli cartacei del Sec. XV che
vennero in mani sue. Ora mi è dato d' annunziare che
poco fa diventava pure posseditore d' un piccolo codice
cartaceo dello stesso secolo.
Esso contiene gli ordinamenti che nella data 6 luglio
i435 emanava Nicoloso Doria, conte di Monteleone, e si-
gnore di Castelgenovese (ora Castelsardo) per norma del
così detto Maggiore, ossia rettore di quel porto, circa le
regole da tenersi, ed i diritti di gabella da riscuotersi per
la importazione od esportazione di mercatanzie da quella
città, sia nelle relazioni del commercio interno cogli altri
abitatori sardi, sia in quelle coi navigli che verrebbono ad
approdare nel porto e nelle circostanti marine.
Ciò che poi rende più importante questo codice per
1' archeologia e la storia sarda antica sono i due foglietti
di carta che gli servono di coperta, dove si racchiudono
e l' antica citta' di plub1um.
E inutile il parlare dei grandi progressi degli studj ar-
cheologici in quest'isola, quando questo Bullettino, che ora
e entrato nel quarto anno di sua vita, ne è una prova lu-
minosissima. Ma questi progressi se da un canto si deb-
bono alle discoperte antichità di Tharros, all' ardore che
dovunque si mostra nell' isola per dissotterrare gli avanzi
della vetusta età, agli indefessi studj dei pochi cultori della
scienza archelogica, dall' altro canto procedono, in non
poca parte, dalle preziose Pergamene, e dai pur preziosi
Codici cartacei d'Arborea che formano 1' ornamento migliore
della Biblioteca Cagliari tana.
A questi documenti di storia patria si aggiungono quelli
che venivano acquistati dal mio amico e collega Gan. Gio-
vanni Spano. Già in questo stesso Bullettino (An. Ili p. i52.)
diedi conto di due preziosi fogli cartacei del Sec. XV che
vennero in mani sue. Ora mi è dato d' annunziare che
poco fa diventava pure posseditore d' un piccolo codice
cartaceo dello stesso secolo.
Esso contiene gli ordinamenti che nella data 6 luglio
i435 emanava Nicoloso Doria, conte di Monteleone, e si-
gnore di Castelgenovese (ora Castelsardo) per norma del
così detto Maggiore, ossia rettore di quel porto, circa le
regole da tenersi, ed i diritti di gabella da riscuotersi per
la importazione od esportazione di mercatanzie da quella
città, sia nelle relazioni del commercio interno cogli altri
abitatori sardi, sia in quelle coi navigli che verrebbono ad
approdare nel porto e nelle circostanti marine.
Ciò che poi rende più importante questo codice per
1' archeologia e la storia sarda antica sono i due foglietti
di carta che gli servono di coperta, dove si racchiudono