Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna (4.1858)

io5

la città madre da cui dipendevano le colonie di quella pro-
vincia in cui si erano trapiantate.

A tutto questo si aggiunga d' essere impossibile che
quella nazione industriosa e mercante non abbia tratto par-
tito dalle ricchezze minerali che si trovano nell'Isola, quasi
a fior di terra, nel lungo tempo che n' ebbero il pacifico
dominio. Quivi avevano le fonderie di cui sono rimaste le
traccie nelle abbondanti scorie che ora con gran profitto
stanno utilizzando alcune società del continente; non ve-
dendo ragione appagante che avessero esportato il metallo
alle aitile Isole di Sicilia, Malta e Gozzo per importarlo poi
monetato.

Queste nostre conghietture appoggiate al gran numero
delle monete che si trovano esclusivamente nella Sardegna
per non averne potuto osservare delle simili nei musei di
Sicilia, nè scuoprirne nella stessa Cartagine, acquistano un
grado di certezza che le descritte monete debbano esser di
conio sardo, e quindi di appartenere ad una nuova classifica-
zione di sardo-puniche. Del resto le sottoponghiamo al
giudizio dei dotti nummografi, e degli studiosi della paleo-
grafia fenicia per avere le loro osservazioni, le quali se sa-
ranno meglio appaganti, ritorneremo su questo argomento.

G. Spaso

annotazioni al terzo anno del bullettino
Iscrizioni Latine

Neil' iscrizione IV (p. 29), per non dare fuor del con-
sueto doppio cognome a C. Giulio Seculare, in vece di
C IVLIVS . MVM . . . SAECVLARIS, vorrei congettu-
rare che possa leggersi MVNicipii Libertus (Cf. Orelli n.
3ot8, 3o20, 6395 seqq. )