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Spano, Giovanni: Sardegna sacra e le antiche diocesi, [2]
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TURRES
Dopo la Chiesa di Cagliari la più insigne è questa di Torres^
ricca e popolata Colonia Romana, che diede il nome agli anti-
chi suoi Vescovi (Bull. an. Il, p. La sede di questa
diocesi era nel sito dello stesso nome dove sorge ancora il
maestoso Tempio dedicato a San Gavino con un magnifico
Santuario edificato dal Giudice Comita (i). Un Felice, che ne
fu Vescovo verso il 4^4? è" il primo prelato turritano di cui si
abbia certezza storica, sebbene si abbia per tradizione che
la fede vi sia stata annunziata fin dal primo tempo del
Cristianesimo. La diocesi era molto estesa, perchè abbrac-
cia tutta la vasta regione della Nurra, la curatoria di Coros,
e la regione di Sassari e di Osilo. Il seggio arcivescovile
fu trasferito a Sassari nel 1441 dall'Arciv. Pietro Spano,
e dietro 1' abolizione delle due mitre di Sorres e Ploaghe
furono le medesime aggregate all'Arcivescovo di Sassari,
come abbiamo detto parlando di quelle, e perciò s'intitola
Vescovo dì Ploaghe e di Sorres.
In un tempo questa Diocesi aveva il privilegio di dipen-
dere immediatamente dalla sedia Apostolica, nè tardò molto
che venisse onorata del titolo di Metropolitana, come ebbe
per suoi suffragane! i Vescovi di Ampurias, Bisarcio, Ca-
stra, Ottana, Sorres, Ploaghe e Bosa. L' arcivescovo s' in-
titolò pure abate di S. Maria in Padulibus.
G. Spano
fi) L'erezione delle amiche Cattedrali delle diocesi Sarde si deve per la
maggior parie alla pia generosità dei Giudici di quel tempo. Ma più (l'ano
portati per arricchire le Chiese straniere colle taite e straricche donazioni che fa-
cevano a Pisa, a Genova, a Monte Cassino, ecc. ecc. « Quanti bei monumenti
« religiosi, se religiose volevano essere le intenzioni di quéi donatori, sarebbcrsi
« innalzati nelF Isola con quei soli mezzi ? n ( Manno Slor. di Sarei, voi 1 ,
p. SOii ).
TURRES
Dopo la Chiesa di Cagliari la più insigne è questa di Torres^
ricca e popolata Colonia Romana, che diede il nome agli anti-
chi suoi Vescovi (Bull. an. Il, p. La sede di questa
diocesi era nel sito dello stesso nome dove sorge ancora il
maestoso Tempio dedicato a San Gavino con un magnifico
Santuario edificato dal Giudice Comita (i). Un Felice, che ne
fu Vescovo verso il 4^4? è" il primo prelato turritano di cui si
abbia certezza storica, sebbene si abbia per tradizione che
la fede vi sia stata annunziata fin dal primo tempo del
Cristianesimo. La diocesi era molto estesa, perchè abbrac-
cia tutta la vasta regione della Nurra, la curatoria di Coros,
e la regione di Sassari e di Osilo. Il seggio arcivescovile
fu trasferito a Sassari nel 1441 dall'Arciv. Pietro Spano,
e dietro 1' abolizione delle due mitre di Sorres e Ploaghe
furono le medesime aggregate all'Arcivescovo di Sassari,
come abbiamo detto parlando di quelle, e perciò s'intitola
Vescovo dì Ploaghe e di Sorres.
In un tempo questa Diocesi aveva il privilegio di dipen-
dere immediatamente dalla sedia Apostolica, nè tardò molto
che venisse onorata del titolo di Metropolitana, come ebbe
per suoi suffragane! i Vescovi di Ampurias, Bisarcio, Ca-
stra, Ottana, Sorres, Ploaghe e Bosa. L' arcivescovo s' in-
titolò pure abate di S. Maria in Padulibus.
G. Spano
fi) L'erezione delle amiche Cattedrali delle diocesi Sarde si deve per la
maggior parie alla pia generosità dei Giudici di quel tempo. Ma più (l'ano
portati per arricchire le Chiese straniere colle taite e straricche donazioni che fa-
cevano a Pisa, a Genova, a Monte Cassino, ecc. ecc. « Quanti bei monumenti
« religiosi, se religiose volevano essere le intenzioni di quéi donatori, sarebbcrsi
« innalzati nelF Isola con quei soli mezzi ? n ( Manno Slor. di Sarei, voi 1 ,
p. SOii ).