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Spano, Giovanni: Ornamenti ed amuleti in oro di Tharros, [2]
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.10809#0085
un perfetto disco solare che gli egiziani adoravano come
il principio di ogni essere. Le cifre poi che sono incluse
nel disco non sono altro che un gruppo di lettere gerogli-
fiche, che secondo lo Champollion, si riducono a tre lettere,
leggendosi Manchèath , che esprime un nome proprio del
possessore o dell' orefice. Più probabde però quest' ultimo,
per essere tutte le gemme simili come di sopra abbiamo
detto.
N.° 24. Frammento di rotolo che stava rinchiuso nello
stuccio num. 3 , come di sopra abbiamo accennato. I sim-
boli che vi sono incisi appariscono chiaramente d' essere il
muro merlato in mezzo: al di sopra le due penne di struzzo,
simbolo della giustizia, che hanno in mezzo il disco solare.
Ai due lati vi sono due sfingi accoccolate, indi verso quella
di destra viene un candeliere, ed altro animale fantastico
a viso umano. Seguitava la scena, ma non sappiamo come
terminasse , sebbene in genere possa dirsi che sia funerea,
come quella del R. Museo, per denotare lo stato dell' anima
del sepolto nel regno inferiore dell' Amenti.
N.° 25. Disco solare convesso che avrà formato parte di
altro ornamento. Sebbene in altra materia si siano trovati
infiniti di questi simboli (Bull. ami. III. pag. io5), pure
in oro così isolato possiamo dire d' esser 1' unico questo
che noi possediamo.
N.° 26- Anello semplice formato di una brattea d' oro.
Di tanti anelli che di questa forma si sono scoperti, nes-
suno dei medesimi era saldato in modo da formare il cer-
chio. Sono dunque anelli funerali dei quali si ornavano le
dita del difunto, adattandoli nell' atto che si collocava il ca-
davere nella tomba.
N.° 27. Globo di monile con quattro dischi messi in
simmetria , e scolpiti a risalto. Di questi globetli d' oro se
ne sono estratti un gran numero , i quali erano infilzati
con filo di argento, ed anche di bronzo , come abbiamo
il principio di ogni essere. Le cifre poi che sono incluse
nel disco non sono altro che un gruppo di lettere gerogli-
fiche, che secondo lo Champollion, si riducono a tre lettere,
leggendosi Manchèath , che esprime un nome proprio del
possessore o dell' orefice. Più probabde però quest' ultimo,
per essere tutte le gemme simili come di sopra abbiamo
detto.
N.° 24. Frammento di rotolo che stava rinchiuso nello
stuccio num. 3 , come di sopra abbiamo accennato. I sim-
boli che vi sono incisi appariscono chiaramente d' essere il
muro merlato in mezzo: al di sopra le due penne di struzzo,
simbolo della giustizia, che hanno in mezzo il disco solare.
Ai due lati vi sono due sfingi accoccolate, indi verso quella
di destra viene un candeliere, ed altro animale fantastico
a viso umano. Seguitava la scena, ma non sappiamo come
terminasse , sebbene in genere possa dirsi che sia funerea,
come quella del R. Museo, per denotare lo stato dell' anima
del sepolto nel regno inferiore dell' Amenti.
N.° 25. Disco solare convesso che avrà formato parte di
altro ornamento. Sebbene in altra materia si siano trovati
infiniti di questi simboli (Bull. ami. III. pag. io5), pure
in oro così isolato possiamo dire d' esser 1' unico questo
che noi possediamo.
N.° 26- Anello semplice formato di una brattea d' oro.
Di tanti anelli che di questa forma si sono scoperti, nes-
suno dei medesimi era saldato in modo da formare il cer-
chio. Sono dunque anelli funerali dei quali si ornavano le
dita del difunto, adattandoli nell' atto che si collocava il ca-
davere nella tomba.
N.° 27. Globo di monile con quattro dischi messi in
simmetria , e scolpiti a risalto. Di questi globetli d' oro se
ne sono estratti un gran numero , i quali erano infilzati
con filo di argento, ed anche di bronzo , come abbiamo