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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 4.1858

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Spano, Giovanni: Statuette di terra cotta di Tharros
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https://doi.org/10.11588/diglit.10809#0144

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spiracolo della vita che Dio inspirò al primo uomo,* verità
presa dalla sacra storia, che poi il gentilesimo ha in tanti
modi ideato e scolpito nella materia per esprimere la pro-
duzione della natura (i). Nel secondo si vede lo stesso essere
vivificato che rende grazie al suo creatore in quella per-
sona di un vecchio, spiegando così la rinnovazione della
natura. Nel terzo ci par simboleggiata la natura smessa
fiacca e mancante di calore, e perciò carico di vesti e ben
coperto. E curioso poi di osservare come il berretto a calotta
con cui ha coperta la testa, sia simile ad una specie di
berretta di pelle villosa che i nostri montanari pastori por-
tano attualmente. La quarta figura finalmente è chiaro
d' essere un tifone, o il cattivo genio che il superstizioso
Egitto soleva mettere nelle sepolture per principio fune-
bre e religioso. Questa stessa figura solevano incidere nella
parte piana degli scarabei, e rappresentarla negli amuleti di
pasta che in gran quantità si sono estratti dalle dette
tombe, e che stavano sopra i cadaveri, appunto perchè li
portavano appesi contro il fascino, quando erano viventi.
Svilupperemo più diffusamente questo argomento nel dover
parlare di altri ornamenti che si riferiscono sotto altra forma
alle rappresentazioni di queste statuette in discorso.

G. Spano.

(l) Il suono delle tibie era prima in uso presso i Frigii nella morie dei
fanciulli per P effetto di esso, ch'era, come dice Stazio per teneros producere
manes. La iigura potrebbe essere un Pane Egizio, il gran ministro di Osiride
che riportò la vittoria sopra Tifone. Desso perciò era una delle principali
divinità adorata in Egitto alla quale avevano eretto molti tempj. Da quello la
presero gli altri popoli che per V effetto del suono del suo stromento di cui
si crede inventore, gli applicarono ammirabili influenze. Non possiamo però
comprendere la relazione del modio sotto quel principio, salvo che non sia
innestato per simbolo della riproduzione figurata nel cibo e nell' abbondanza.
 
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