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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 4.1858

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Spano, Giovanni: Memoria sull'antica Truvine
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https://doi.org/10.11588/diglit.10809#0208

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delle Cereri si riducono ad otto qualità, ossia a diverso ordino di
grandezza, da cui si può argomentare la ricchezza di questa camera
mortuaria.

I gentili ornavano di moggio la testa delle loro divinità per significare
V abbondanza delle biade (fnujum opulehtidm). Presso gli Egizii era
desso un segno di religione, perchè anche le donne lo adoperavano ne'
loro orecchini ed abbigliamenti (1). Lo posero anche gli antichi Cristiani,
indotti però da altro non superstizioso motivo, ornandone le pitture,
i sarcofagi, le agapi, ecc. Nell'antica Sede pontificale di Ravenna,
Giuseppe ebreo ha in capo un moggio per simbolo dell'abbondanza dei
viveri che procurò all' Egitto sotto Faraone. La pittura del cimitero di
S. Callisto rappresenta una tal Tibia cristiana col moggio in testa, da
cui sporge una cosa di cui sovrabbonda come a colmo, forse per allu-
dere alla misura del S. Vangelo bonam et confertam, et coagkalam, et
superefluentem che G. Cristo promette ai giusti simbolicamente in premio
delle buone opere.

Il modio però degli amichi indicava 1' abbondanza della terra. Giove
Serapide ordinariamente è con questo ornamento , perchè in Egitto era
primitivamente preso per il sole , e perciò a più del modio aveva i
raggj intorno al capo, come si vede nell" impronto di una corniola
Sulcitàna che noi possediamo, ed in una lucerna del R. Museo, come
lo descrive Virgilio, radiis frontem vallaius acutis. La detta lucerna di
cui poniamo qui il disegno rappresenta Serapide col modio a testa ra-

diata da una parte, e dall' altra Cerere colle corna di bue, e col disco
in mezzo da cui spuntano due spighe. Sono il sole e la luna simboleg-
giate in queste due figure che governano tutto l'universo, secondo la
credenza Egiziana, come i principj fecondatori ; cioè il caldo e l'umi-
dità, per cui Osiride appellarono il primo, ed Iside la seconda. I romani

(l) Dalie tombe egiziane di Tharros si estrassero una gran quantità di pen-
denti, ed altri abbigliamenti muliebri che rappresentano il modius , in oro
rd in argento, indicandosi al di sopra il grano ammucchiato (V. Bulle», an.
II p. 89, e IV p. 70 ).
 
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