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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 6.1860

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Cavedoni, Celestino: Annotazioni all' anno quinto del Bullettino Archeologico Sardo
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Spano, Giovanni: Simboli mortuarii
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https://doi.org/10.11588/diglit.10805#0020

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loghi in parecchi altri monumenti dell'età della decadenza:
p. e. STAVRACIS per Stauracius (Eckel, Vili p. 23hJ y
THEODOSIS per Theodosius (Mionnet, med. Ron. II. p.
456) AAEEI2 per Alexios (Bandur. II p. 454), MAYPIKG
per Maurikios (Koehne, Mus. Kotchonbey, p. 207, 208).

C. Cayedoni

SIMBOLI MORTUARI!

Facendo la rivista dei monumenti figurati sardi e degli
oggetti che si trovano negli ipogei, finora non si è potuto
scoprire un oggetto che rappresenti la morte. Un solo
teschietto d' avorio fu trovato in Tharros , che si crede
più presto sia stato amuleto (Bach. I, n. 236 ), mentre il
teschio trovato in Pompei fu giudicato dagli antiquarii
per falso. Solamente in una tomba si rinvenne un basso
rilievo d' una donna che pone un serto ad uno scheletro,
ed un mosaico in cui è rappresentato uno scheletro umano
che ha due vasi nelle mani.

L'amore degli antichi al bello fu perchè mai figurassero
nei loro monumenti la morte. Simboleggiavano a vece la
vita futura con soggetti lieti, come amorini, viaggi, sonno,
riposo ed altro : o con piaceri della vita, come cene ,
caccie ecc. che per ordinario erano allusivi all' anima, come
i delfini, ippocampi, e scene marine allusive al trasporto
delle anime alle isole fortunate traversando l'oceano. Espri '
mevano anche il tempo ossia 1' eternità nelle stagioni suc-
cedentisi. In tanti traviamenti dello spirito umano, sem-
pre traluce la primitiva religione della vita futura super-
stite , ossia dell' immortalità dell' anima.

G. Spano
 
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