nò
Questo principe è il solo fra i Giudici Sardi di quell' epoca
al quale potesse convenire il titolo di Sultano dell' Isola.
Tutto combina per indicare che le rovine della città \
che , dietro il viaggiatore musulmano , sarebbe stata abi-
tata da Ebrei, sieno precisamente quelle di Tharros.
Ammettendo adunque nella medesima la presenza di Egi-
ziani e di Ebrei , e nell' antica Sulcis quella di molti Egi-
ziani , credo fermamente che questi non possono essere
stati altri che quelli indicati da Tacito. Rigetto poi come,
una favola , o per meglio dire, come il frutto di una con-
fusione (anche assai perdonabile ad un poeta) ciò che V au-
tore del Ritmo sardo dice degli oggetti egizii rinvenuti nei
Noraghi, e quindi sulla generalizzazione del loro culto nel-
F isola. Questo errore fu in seguito riprodotto da Antonio
di Tarro, da Giorgio di Lacon e da Giovanni Virde, i
quali successivamente trattarono questo argomento j senza
badare che nessuno storico anteriore al Ritmo fece appro-
dare nell' isola delle colonie egizie. Terminerò col dire che
la gran luce sparsa oggidì sui monumenti \ sui costumi
e sulla storia dei popoli d' Egitto non mi permette di pre-
star fede alle emigrazioni egiziane , ed ancora meno di at-
ri D *
tribuire ai monumenti antichi di Sardegna un carattere egizio.
■
Alberto Dei.la Marmora
STATUETTA IN BRONZO DI LINA FLORA
Il sig. Chirurgo Salvatore Orrù, intelligente ed amante
delle sarde antichità, del quale si è fatta menzione onore-
vole per la scoperta che fece d' una statua colossale in
marmo nelle rovine di Cornus ( Bullet. an. V. p. 170 )>
nello scorso mese di aprile ci mandò una statuetta in
Questo principe è il solo fra i Giudici Sardi di quell' epoca
al quale potesse convenire il titolo di Sultano dell' Isola.
Tutto combina per indicare che le rovine della città \
che , dietro il viaggiatore musulmano , sarebbe stata abi-
tata da Ebrei, sieno precisamente quelle di Tharros.
Ammettendo adunque nella medesima la presenza di Egi-
ziani e di Ebrei , e nell' antica Sulcis quella di molti Egi-
ziani , credo fermamente che questi non possono essere
stati altri che quelli indicati da Tacito. Rigetto poi come,
una favola , o per meglio dire, come il frutto di una con-
fusione (anche assai perdonabile ad un poeta) ciò che V au-
tore del Ritmo sardo dice degli oggetti egizii rinvenuti nei
Noraghi, e quindi sulla generalizzazione del loro culto nel-
F isola. Questo errore fu in seguito riprodotto da Antonio
di Tarro, da Giorgio di Lacon e da Giovanni Virde, i
quali successivamente trattarono questo argomento j senza
badare che nessuno storico anteriore al Ritmo fece appro-
dare nell' isola delle colonie egizie. Terminerò col dire che
la gran luce sparsa oggidì sui monumenti \ sui costumi
e sulla storia dei popoli d' Egitto non mi permette di pre-
star fede alle emigrazioni egiziane , ed ancora meno di at-
ri D *
tribuire ai monumenti antichi di Sardegna un carattere egizio.
■
Alberto Dei.la Marmora
STATUETTA IN BRONZO DI LINA FLORA
Il sig. Chirurgo Salvatore Orrù, intelligente ed amante
delle sarde antichità, del quale si è fatta menzione onore-
vole per la scoperta che fece d' una statua colossale in
marmo nelle rovine di Cornus ( Bullet. an. V. p. 170 )>
nello scorso mese di aprile ci mandò una statuetta in