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usato nelle due epigrafi di Viilasor invece del dativo > ri-
peter potrebbesi dalla condizione dei due conjugi, che fos-
sero cioè nativi delle Isole o del Peloponneso , ove pre-
valse F uso del genitivo in vece dell' accusativo e fors' an-
che del dativo (V. Simeonis Portii Grammat. ling. Gr. vul-
gar. ap. Du Cange in Glossar. Gr.). La voce ebraica
(amen) in significato di vere, fideliter , ricorre nei
Libri Santi dell'uno e dell'altro Testamento , che i due
buoni coniugi avranno letto assai di frequente (i). L' ul-
tima voce nevm<z>j forse sta in luogo di imvmt ; oppure è
un duale scorretto in vece di mmJm^ Certo che nella se-
conda epigrafe deesi leggere fp$ cwBiov ; onde chiaro si
pare che lo scarpellino scambiò l'O al C nella voce OYNBIOY;
lo che confermasi pel riscontro di tanti altri dittonghi OY
scritti tutti col nesso ti, e non mai in lettere sciolte. Quei
due segni che Le parvero (cuori), non sono che segni di
interpunzione a guisa di foglie d' edera, onde son detti
HEDERAE in un' iscrizione dell' Algeria (Renier m 1891).
Del resto, le ridette due epigrafi mi sembrano assai
pregevoli anche per essere esse uno dei più antichi avanzi
de' primordii della odierna lingua greca volgare.
Modena 1 maggio 1860
Dev.mo Servo
D. Celestino Cavedoni
KIPOSTIGLIO DI MONETE ROMANE
Il Teol. Pietro Todde, Rett. di Tonara il quale pos-
siede una discreta raccolta di antichità , ci ha mandato
(1) E da supporre che i monaci Greci che abitavano quel monastero di
Santa Sofia^ abbiano messo ¥ iscrizione. V. eit. Calai. (N. del Diret.)
usato nelle due epigrafi di Viilasor invece del dativo > ri-
peter potrebbesi dalla condizione dei due conjugi, che fos-
sero cioè nativi delle Isole o del Peloponneso , ove pre-
valse F uso del genitivo in vece dell' accusativo e fors' an-
che del dativo (V. Simeonis Portii Grammat. ling. Gr. vul-
gar. ap. Du Cange in Glossar. Gr.). La voce ebraica
(amen) in significato di vere, fideliter , ricorre nei
Libri Santi dell'uno e dell'altro Testamento , che i due
buoni coniugi avranno letto assai di frequente (i). L' ul-
tima voce nevm<z>j forse sta in luogo di imvmt ; oppure è
un duale scorretto in vece di mmJm^ Certo che nella se-
conda epigrafe deesi leggere fp$ cwBiov ; onde chiaro si
pare che lo scarpellino scambiò l'O al C nella voce OYNBIOY;
lo che confermasi pel riscontro di tanti altri dittonghi OY
scritti tutti col nesso ti, e non mai in lettere sciolte. Quei
due segni che Le parvero (cuori), non sono che segni di
interpunzione a guisa di foglie d' edera, onde son detti
HEDERAE in un' iscrizione dell' Algeria (Renier m 1891).
Del resto, le ridette due epigrafi mi sembrano assai
pregevoli anche per essere esse uno dei più antichi avanzi
de' primordii della odierna lingua greca volgare.
Modena 1 maggio 1860
Dev.mo Servo
D. Celestino Cavedoni
KIPOSTIGLIO DI MONETE ROMANE
Il Teol. Pietro Todde, Rett. di Tonara il quale pos-
siede una discreta raccolta di antichità , ci ha mandato
(1) E da supporre che i monaci Greci che abitavano quel monastero di
Santa Sofia^ abbiano messo ¥ iscrizione. V. eit. Calai. (N. del Diret.)