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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 6.1860

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Martini, Pietro: Epigrafe solcitana di S. Antioco
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Spano, Giovanni: Ultime scoperte
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https://doi.org/10.11588/diglit.10805#0188

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i84

venissero colà profanate dai Barbareschi, chea quei tempi
invadevano a loro libito quella penisola , in un colla lapide
venivano tosto trasportate alla chiesa cattedrale d'Iglesias.

L'iscrizione è infallantemente del sec. XII, come si rac-
coglie dalla menzione fattavi del Vescovo Pietro che resse
la cattedra Sulcitana tra il 1122 ed il 1 163. Non solo ac-
cenna al deposito del corpo del Santo martire, ma anche
alla restaurazione del luogo in forma più conveniente al
sagro culto, ed alla singolare devozione dei Sardi verso
di S. Antioco.

Essa nello stile e nei caratteri porge argomenti inelut-
tabili dell' antichità che le si attribuisce. Sopratutto è da
notare la rassomiglianza coli'antica iscrizione dei Santi Co-
simo e Damiano, riportata pure dallo Zaccaria nella ci-
tata sua Dissertazione, ove campeggiano le due parole au-
la micat. Quell' aula nel linguaggio sacro del medio evo
significava una chiesa eretta sopra la tomba d'un Santo,
e quel micat manifesta i religiosi splendori d'un sagro tempio.

Termino col dire che, a giudizio del direttore di questo
Bullettino, la catacomba sacra a S. Antioco non è altro
che una tomba cartaginese ben larga; e che la chiesa che
vi sta sopra e serve di parrrocchia della presente popola-
zione di S. Antioco, di forme assai antiche e tozze , e
d' una architettura molto rozza , è forse quella stessa che
esisteva ai tempi del Vescovo Pietro , e che per lui in un
colla catacomba veniva rinnovata ? e ridotta a migliori e
decenti condizioni. P. Martini

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Il Sig. Teol. G. Alarla Congiattu-Arrica, Rett. Parroc.
di Codrongianos ci avvisa { con lettera del 29 Novembre
che il contadino Ant. Ganu di Florinas, in un predio del
 
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