CAPITOLO VII.
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bene arrotato con una pietra da olio, e di poi nettalo
quanto tu puoi pulitissimamente da ogni untume, e da
ogni cosa che gli potessi fare imbratto. Bisogna quando
tu la brunisci essere in una stanza dove non si faccia
nessuna polvere. Farai d' avere una amatila nera, che
son quelle che adoperano gli spadai a metter d' oro; bru-
nita che tu l' hai molto bene, vedi di dargli il suo colore,
il quale colore si dà a fuoco temperato e netto, tenendo
la tua pezza di foglia appresso al detto fuoco; e farai che
verso il viso tuo sempre ti si mostri il brunito, e quella
parte che non è brunita, mostrala al fuoco; e di mano
in mano tu vedrai venire il suo colore. Avvertisci che
con lo scaldarla un poco più, o un poco manco, la detta
piglierà quel più e manco colore che tu desiderrai, per-
chè gli è di necessità averne della più e manco carica,
secondo i bisogni e le occasioni che ti si mostreranno al
servirtene poi alle tue gioie.
Papa Clemente mi dette da fare il bottone del suo
piviale.1 Questo si era d' oro, e fecesi della grandezza d'un
tagliere ordinario da tavola; e se bene io ne debbo par-
lare un' altra volta quando si ragionerà del bel modo del
cesellare, e della bella difficultà dell' arte, per essere
stato questo pieno di figure, imperò per ora e' non ci
accade ragionare d' altro che delle gioie. In nel detto
bottone io legai in mezzo a esso un diamante in punta
a faccette, il quale diamante papa Tulio secondo lo aveva
compero trentasei mila ducati di Camera. Io lo legai in
quattro branchette tutto scoperto, perchè in quel modo
noi vedemmo che faceva meglio. E questo modo fu assai
bene studiato, ma per essere il diamante di tanta bel-
lezza e bontà, e' non mi dette certe smisurate fatiche
come sogliono dare cotal gioie di tanto valore. Gli è ben
1 Parla lungamente il Cellini di questo bottone nella sua Vita, pag. 97
e seg.
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bene arrotato con una pietra da olio, e di poi nettalo
quanto tu puoi pulitissimamente da ogni untume, e da
ogni cosa che gli potessi fare imbratto. Bisogna quando
tu la brunisci essere in una stanza dove non si faccia
nessuna polvere. Farai d' avere una amatila nera, che
son quelle che adoperano gli spadai a metter d' oro; bru-
nita che tu l' hai molto bene, vedi di dargli il suo colore,
il quale colore si dà a fuoco temperato e netto, tenendo
la tua pezza di foglia appresso al detto fuoco; e farai che
verso il viso tuo sempre ti si mostri il brunito, e quella
parte che non è brunita, mostrala al fuoco; e di mano
in mano tu vedrai venire il suo colore. Avvertisci che
con lo scaldarla un poco più, o un poco manco, la detta
piglierà quel più e manco colore che tu desiderrai, per-
chè gli è di necessità averne della più e manco carica,
secondo i bisogni e le occasioni che ti si mostreranno al
servirtene poi alle tue gioie.
Papa Clemente mi dette da fare il bottone del suo
piviale.1 Questo si era d' oro, e fecesi della grandezza d'un
tagliere ordinario da tavola; e se bene io ne debbo par-
lare un' altra volta quando si ragionerà del bel modo del
cesellare, e della bella difficultà dell' arte, per essere
stato questo pieno di figure, imperò per ora e' non ci
accade ragionare d' altro che delle gioie. In nel detto
bottone io legai in mezzo a esso un diamante in punta
a faccette, il quale diamante papa Tulio secondo lo aveva
compero trentasei mila ducati di Camera. Io lo legai in
quattro branchette tutto scoperto, perchè in quel modo
noi vedemmo che faceva meglio. E questo modo fu assai
bene studiato, ma per essere il diamante di tanta bel-
lezza e bontà, e' non mi dette certe smisurate fatiche
come sogliono dare cotal gioie di tanto valore. Gli è ben
1 Parla lungamente il Cellini di questo bottone nella sua Vita, pag. 97
e seg.
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