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Bibliotheca Hertziana [Hrsg.]; Bruhns, Leo [Gefeierte Pers.]; Wolff Metternich, Franz [Gefeierte Pers.]; Schudt, Ludwig [Gefeierte Pers.]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0033

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OSSERVAZIONI SÜLLE PIÜ ANTICHE CHIESE ROMANE
di Godefridus J. Hoogewerff
Queste pagine formano in parte l’introduzione ad un libro ehe, uiia diecina di anni fa, mi proposi di scrivere sulle chiese piü antiche
di Roma. Ne furono pubblicatipoi due capitoli soltanto: quello sulla decorazione musiva originale della chiesa cattedrale San Giovanni
in Laterano (San Salvatore) e sui mosaici absidali derivanti da essa1; e quello sulle chiese delle „Scholae peregrinorum“ nei pressi di
San Pietro2. II presente saggio, abbozzato nelle stanze della Bibliotheca Hertziana fra gli anni 1945-1948, va dedicato a questa
Istituzione, cara a quanti studiosi nel corso degli anni hanno avuto la fortuna di poter frequentarla.
Si pud affermare ehe a Roma nei secoli remoti le chiese non sorsero con un solo e singolo scopo, comune
a tutte, indistintamente. Diverse invece sono le origini, come diverse risultano le caratteristiche. Mentre
altrove le chiese furono fondate laddove occorrevano, sia per un bisogno spirituale (presso conventi),
sia per una esigenza di carattere demografico (cura parrocchiale delle anime), a Roma la situazione era
differente e del tutto eccezionale. A Roma, e per quanto vedo soltanto a Roma, raramente vi fu la neces-
sitä pratica di costruiie una chiesa in un determinato sito. Non ehe a Roma i cristiani crearono e dotarono
basiliche ed oratori un po’ da per tutto, a proprio senno, ma piü. ehe altrove erano soggetti alle pie
tradizioni locali, ehe dovevano essere rispettate. Era l’Alma Roma stessa dunque a farli procedere come
fecero, ad indurli cioe a quel ehe pare una stravaganza. Delle piü antiche chiese romane parecchie si
trovano situate in un luogo dove, secondo un criterio moderno, sono assurdamente fuori posto! Ogni
normalitä e assente.
Le piü antiche chiese romane possono essere classificate in piü modi: 1. in ordine topografico, secondo
i rioni, come accade nelle guide vecchie e moderne. Questo sistema, per forza, e descrittivo e pud dar
luogo tutto al piü a qualche commento di carattere storico, ma non pud far conoscere la composizione
e l’evoluzione dell’insieme, unico ed imponente. - 2. E possibile anche una descrizione delle chiese per
ordine cronologico, vale a dire secondo il tempo in cui furono fondate3. Ma allora spesse volte risulta
ehe l’epoca della fondazione e incerta, o ehe una chiesa antica in un periodo piü recente e andata
in rovina o negletta, di modo ehe l’edificio attuale, rinnovato e modificato, non risponde affatto allo
stato originale, o se vi risponde, piü o meno, per approssimazione, l’archeologo e lo storico d’arte
non la considerano piü antica, ma una contraflfazione. Pud anche darsi ehe un rifacimento interno
abbia cambiato l’aspetto originale in modo tale da renderlo completamente irriconoscibile. A Roma
vi sono esempi ehe una chiesa ha «cambiato secolo» non una volta soltanto, ma successivamente due
volte, e perfino tre. Allora la classificazione cronologica porta ad una confusione. - 3. Questa osser-
vazione implica ehe per le chiese romane anche una classificazione secondo i vari tipi architettonici e
arbitraria e sconcertante.
Oltre le dette classificazioni: quella topografica, quella approssimativamente cronologica e quella tipo-
logica, c’e ancora la semplice enumerazione alfabetica. Superfluo dire ehe questa va bene per un reper-
torio. Ma anche il piü perfetto repertorio - e pensiamo a quello ottimo e voluminoso di Cristiano Huelsen -
non pud farci conoscere le vicende a cui le chiese antiche nel loro complesso sono state soggette.
E possibile pero una quinta classificazione ehe, partendo dall’origine e della destinazione primordiale di
ogni singola chiesa, le divide in diverse categorie. In un’altra cittä questo sarebbe superfluo giacche,
generalmente, le chiese, se non sono parrocchiali, sono o capitolari o conventuali, e basta. Raramente
troviamo dentro le mura di una cittä un santuario di pellegrinaggio. A Roma invece le categorie risultano
ben otto, ed a ciascuna appartengono chiese ehe fra di loro non sono soltanto apparentate, ma anche
storicamente collegate, di modo ehe talvolta offrono analogie interessant!, sia per quanto riguarda la
struttura, sia perche la decorazione interna corrisponde ad un intento ehe hanno in comune. Quel ehe in
una chiese e sparito, si trova invece conservato in un’altra.
1 Rendiconti della Pontificia Accademia Romana d’Archeologia, vol. XXVII, 1951-1952, pp. 297-326.
2 Mededeelingen van bet Nederl. Histor. Instituut te Rome. Terza serie, vol. V, 1947, pp. 3-70.
3 Una classificazione in questo senso e stata tentata in modo intelligente da H. T. Inman nel «guidebook»: Rome. The cradle of
Western Civilisation as illustrated by existing monuments, London, Edw. Stanford, 1912. - Mariano Armellini nella prima
edizione della sua opera: Le Chiese di Roma dalle loro origini al secolo XVI (1887) descrive le chiese urbane per ordine alfabetico.
— Poi, nella seconda impressione riveduta: Le chiese di Roma dal secolo IV al secolo XIX (1891), prescelse l’ordine topografico
secondo i 15 rioni. Vd. Huelsen, Le Chiese di Roma nel Medio Evo (Firenze 1927), Introduzione p. LIX.
 
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