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Bibliotheca Hertziana [Hrsg.]; Bruhns, Leo [Gefeierte Pers.]; Wolff Metternich, Franz [Gefeierte Pers.]; Schudt, Ludwig [Gefeierte Pers.]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0157

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La rinascita della scuola del mosaico a Venezia


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96. Venezia, San Marco, Parete est, Cappella dei Mascoli.
Mosaico: La Morte della Vergine, sec. XV

aveva rappresentato, non solo una rivoluzione, ma anche l’allontanamento dalle imprese governative
delle botteghe locali, e specialmente di quella ehe discendeva in linea diretta dai De Sanctis e dai Dalle
Masegne, composta da Giovanni e Bartolomeo Bon, valenti eredi della tradizione veneziana. Scuola
o bottega ancorata a modi arretrati, ma indubitabilmente composta di artisti, a lor modo, di pregio.
Basti ricordare ehe vi prese l’avvio e ne porto al massimo risultato i dettami, quel Giorgio Orsini da Zara
ehe costrusse, tutto di marmo vivo, dalle fondamenta alle volte, il superbo Duomo di Sebenico, e infine
ad Ancona e nelle terre vicine opere memorabili; e ehe da questo ceppo prese l’avvio il giovanissimo
Francesco Laurana, se gli spetta davvero, come pare ovvio, la gentile Madonna della sagrestia del Duomo
a Torcello, rivendicatagli acutamente dal Valentiner.
Alla morte di Pietro Lamberti e quindi naturale ehe la bottega dei Bon prendesse il sopravvento5.
Fece eccezione alla cacciata dei Fiorentini la scuola del mosaico. Ho ricordato negli studi citati la dolorosa
fine della tradizione musiva veneziana ai primi del Quattrocento; per cui fu giocoforza per la Serenissima
ricorrere all’aiuto dei toscani, i quali l’arte del mosaico, imparata dai vecchi lagunari nel Battistero di
Firenze, non avevano mai dimenticata, eccitandola con la voce delle nuove feconde esperienze del
rinascimento.
Fu per questa necessitä ehe Paolo Uccello, uno dei capisaldi della grande rivoluzione artistica, venne a
Venezia nel 1425, quäle «magister musayci», e vi dimorö sino al 1433. Ma, fosse lo spirito troppo astratto
5 E. Rigoni, Notizie di scultori toscani a Padova-Archivio Veneto, a. VI. 1929, 8°,p. 121: Il 7 dicembre 1435 Pietro era giä morto.
 
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