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Bibliotheca Hertziana [Editor]; Bruhns, Leo [Honoree]; Wolff Metternich, Franz [Honoree]; Schudt, Ludwig [Honoree]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0205

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D’un cartone di Giulio Romano e dell’aula coperta dei mercati Traianei

201

IV
Dalle stanze del Quirinale. 25 del 1815.
II Maggiordomo di Nostro Signore, acclusi, le trasmette li due
Rescritti, per la restituzione degli oggetti di Belle Arti, e,
specialmente, del noto cartone, spettanti a codesta Reverendis-
sima Congregazione. Ella, dunque, poträ, a suo arbitrio,
portarsi, o inviar persona, munita di procura, dal Sig.r To-

fanelli, ehe viene, contemporaneamente, prevenuto, e cosi,
ricevere la consegna degli oggetti suddetti, dietro l’opportuno
rincontro.
In tale occasione, non manca lo scrivente di contestarle i senti-
menti di distinta stima, con cui si protesta
Dev.mo et ob.mo serv.re
[manca la firma]
[Fuori:] R.mo P. Falzacappa, con fogli23.

Non cercherö di seguire il cartone di Giulio Romano, dal Campidoglio ai depositi della Pinacoteca di
Pio XI nei Giardini Vaticani. Sappiamo giä, ehe esso fu, dapprima, nell’Appartamento Borgia; ma, poi,
con un certo numero di quadri (alcuni, a dir vero, notevolissimi), esso restö confinato, per qualche tempo,
nelle sale del Palazzo Lateranense, finche s. Pio X non lo fece riportare in Vaticano, quando, nel 1909,
trasferi la Pinacoteca nelle sale del cortile di Belvedere, con accesso dallo stradone dei Musei. Non
capisco, perciö, come mai, nel 1920, Hermann Voss ricordi ancora il cartone nel palazzo del Laterano24.
Che il cartone sia piuttosto mal ridotto, non e dubbio. Oltre parecchie mancanze nei margini, specie sulla
destra, c’e una grande ed importante lacuna nello sfondo di paese, fra la scena della lapidazione e la
gloria celeste: sfondo di paese ehe, nel quadro di Genova, e la parte piu degna d’ammirazione25.
Al centro, di lä dal ponte, tutto e scomparso, nel cartone e, cosi, gran parte della cittä sulla destra, e di
quell’edificio, sulla sinistra, ehe (non lo nascondo) e la vera ragione per la quäle, invece di chiudere
l’articolo con i documenti riportati, intendo parlare ancora di questa poco piacevole opera di Giulio
Romano.
Mentre la parte inferiore del cartone sembra logora, piuttosto ehe ripassata, la gloria celeste da l’impres-
sione d’essere, in gran parte, quasi rifatta da un artista neoclassico. Perö, un fondo autentico c’e ancora,
anche qui, per ehe le varianti dalla tavola di Genova sono troppo notevoli, per ammettere ehe un pittore
del primo Ottocento possa essersi preso tali arbitri, nel porre le mani su di un’opera dell’ammiratissimo
Giulio Romano, col pretesto di restaurarla. La notizia, fornitaci dal p. S. Resta26, ehe il cartone sia
pervenuto agli Oratoriani diviso in due parti, potrebbe far supporre, ehe, di fatto, Giulio Romano abbia
disegnato, separatamente, l’episodio terreno e la gloria celeste.
Nel gruppo di destra e nel gruppo di sinistra, dove il giovane Saulo siede sul mucchio delle vesti deposte
dai lapidatori, non ci sono varianti notevoli, fra il cartone vaticano e la tavola di Genova. Il viso di
S. Stefano, e invece, molto diverso: piu giovanile e regolare e piü estatico, nella tavola; piu virile, ma
quasi negroide, dagli occhi sporgenti e dalle grosse labbra, nel cartone. Senza un esame diretto (ehe non
ho fatto) della tavola di Genova, e difficile dire, se l’ingentilimento del viso del Protomartire sia dovuto
al restauro parigino di A. L. Girodet Trioson. Non mi fermo su qualche Variante, nel gruppo di secondo
piano, al centro27, o nella gloria celeste28, perche mi importa di venire a parlare dello sfondo di paese.
Date le condizioni del cartone, in questa zona, un confronto con la tavola di Genova non pub dare risul-
tati sicuri. Comunque, al centro, il ponte sembra non abbia, nel cartone, il profilo a schiena d’asino, come
23 Foglio d’accompagno del precedente documento e del rescritto, non rintracciato, del 13 gennaio 1815.
24 Hermann Voss, Die Malerei der Spätrenaissance in Rom und Florenz. Berlin 1920, pagg. 89-92. Ringrazio qui l’amico dott.
Deoclecio Redig de Campos, per aver facilitato in ogni modo il mio lavoro, per quanto dipendeva da lui e dal suo ufficio. Il
cartone porta il numero d’inventario 753. Misura m. 4,11 d’altezza e m. 2,80 di larghezza. Esso e incollato su di una tela, di otto
centimetri piü alta e di cinque centimetri piü larga.
25 H. Voss, op. eit., pag. 90. La rileva«die außerordentlich weite und reiche Ruinenlandschaft».
26 J. Hess, op. cit., pag. 98.
27 Nel gruppo di secondo piano, al centro, la figura inginocchiata sembra, nel cartone, piuttosto d’un giovinetto, ehe d’una donna
matura, qual’e nella tavola. Di giovane uomo appare, nel cartone, la figura ritta in piedi, pronta a lanciare un sasso. L’averla
mutata in figura di giovane donna, nella tavola (specie per l’atteggiamento di minaccia ehe essa ha) e una mancanza di gusto,
a mio parere, piü grave dell’aspetto mostruoso dato ad alcuni dei lapidatori.
28 Poiche i margini delle nubi sotto la gloria sono, certamente, fra le parti piü danneggiate del cartone, non mi pronuncerö sul
fatto, ehe la massa delle nuvole sia tanto piü leggera nel cartone ehe nella tavola. Nel quadro e stato, opportunamente, soppresso
l’angelo, ehe nel cartone sta dietro e sopra la mano destra del Cristo, come, pure opportunamente, e stato alleggerito lo svolazzo del
manto del Cristo. Del resto, tutta la gloria e stata allargata e diradata nella tavola, rispetto al cartone. Degli angeli sulla destra,
due hanno notevolmente cambiato aspetto, specie quello piü in basso: nel quadro, volge il bellissimo viso verso il Cristo; nel
cartone, senza ali e dall’acconciatura femminile nel capo, guardava, piuttosto, verso il basso. Piü risalto hanno, nella tavola, i
 
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